Dove si parla della comparsa dei Mammiferi e dello sviluppo del fattore cerebrale
44-Soluzione vincente
Nonostante la immane catastrofe avesse portato alla apparente scomparsa di ogni essere vivente sulla faccia della terra e sembrò aver cancellato ogni segno di vita, i vegetali ricrebbero in silenzio, ma pian pino anche gli esseri viventi che avevano imparato a volare, ripresero a popolare l’aria, e con il tempo anche gli animali di piccola taglia uscirono dai loro nascondigli. I discendenti dei Terapsidi si erano salvati grazie alle piccole dimensioni, e col tempo ripresero a popolare le terre emerse. Erano animali a sangue caldo, già adattati al clima più freddo di quell’epoca e con molte caratteristiche del corpo e del metabolismo simile a quello dei futuri mammiferi. Solo dopo la scomparsa dei dinosauri, riconquistarono gli spazi perduti dai loro antenati e rifiorirono in una esplosione di forme che non conoscerà più limiti. In breve tempo i mammiferi diventeranno i signori del pianeta, ma non fu facile per loro, una volta che ebbero la possibilità di evolversi verso le forme che oggi conosciamo. Animali con caratteristiche proprie dei mammiferi si svilupparono prima della nascita dei mammiferi veri e propri. Ancora oggi esistono alcuni animali in cui coesistono i quattro fondamentali stadi di passaggio dal rettile al mammifero.
L'ornitorinco metà rettile, metà mammifero
Oggi infatti vive in Australia uno strano mammifero detto Ornitorinco che produce uova, esattamente come un rettile, le cova, ma presenta delle ghiandole mammarie a livello addominale attraverso le quali produce latte e allatta i propri piccoli. Altro mammifero, considerato come uno stadio di passaggio verso i mammiferi veri e propri, e tutt’ora vivente in Australia, è l’Echidna, simile ad un riccio, il quale, non solo trasuda latte, con il quale nutre i propri piccoli, ma cova le uova, prima della schiusa, anche in movimento. Esso infatti le porta in giro dopo averle collocate in una apposita piega del ventre. C’è poi il Canguro, sempre in Australia, nel quale non abbiamo più uova ma un inizio di gravidanza placentata. I piccoli nascono quando sono più che embrioni e vanno a collocarsi nella tasca ventrale della madre, per completare la loro maturazione all’esterno, succhiando il latte materno. Diversamente i mammiferi veri e propri sono totalmente placentati, mettono al mondo individui completi e maturi, per poi allattarli nel primo periodo della loro esistenza terrena. Questo dà una idea sommaria dei passaggi evolutivi cui sono andati incontro quei primi progenitori dei mammiferi prima di arrivare a mettere a punto un meccanismo riproduttivo perfetto. Il vantaggio di questi animali, capaci di tenere con sè i propri piccoli per un periodo di tempo, risultò subito ovvio e la soluzione fu vincente.
45-Sospettosi
Gli esseri di piccole dimensioni, discendenti dei Terapsidi, proliferavano sulla faccia della terra durante il regno dei dinosauri, che ad essi non avevano mai prestato attenzione. Erano vissuti sempre nella clandestinità, ma, non appena si presentò l’occasione, l’evoluzione ebbe terreno fertile per continuare a fare il suo lavoro, questa volta in tutt’altra direzione. Un lavoro che si incentrerà sulla attività cerebrale dove fino ad ora avevano la meglio gli istinti. L’attività cerebrale infatti aveva già cominciato ad affinarsi quando dovevano fare di necessità virtù per cercare di sfuggire ai pericoli rappresentati dai cugini dinosauri. Infatti i loro predecessori non ebbero vita facile e dovettero aguzzare l’ingegno per poter sopravvivere. Quindi in questi antenati dei mammiferi l’agglomerato di cellule che prendeva il nome di cervello, cominciava a trasformarsi.
animali sospettosi
Aumentavano i collegamenti tra i neuroni e, in alcuni punti, si sviluppavano degli agglomerati di cellule da cui partivano gli stimoli capaci di elaborare delle risposte più complesse. La scatola cranica di alcuni animali era la sede di questa rivoluzione. Man mano che aumentavano la complessità e le dimensioni dell’organismo, aumentavano anche le connessioni e i centri dentro la scatola cranica. Negli animaletti che vediamo scorrazzare in lungo e in largo, dopo la morte dei dinosauri, per forza di cose, il cervello doveva essere più piccolo. Tuttavia cominciamo a notare delle differenze. Segno che un uovo tipo di connessioni e soprattutto di centri si stanno attivando. Come si dice: la difficoltà aguzzano l’ingegno, e chi ha vissuto più in difficoltà dei nostri animaletti proto mammiferi? Sempre attenti a non farsi scoprire, a nascondersi, ad aspettare il momento propizio per uscire allo scoperto. Anche adesso che i dinosauri sono solo un ricordo dei loro predecessori e di pericoli non ce ne sono, essi hanno ereditato un comportamento e un atteggiamento comunque sospettoso, sanno di non essere né forti e né grossi per cui pensano sia sempre meglio stare continuamente in guardia e devono scegliere la loro preda in modo che sia alla loro portata. Questo loro essere perennemente guardinghi e sempre sul chi va là si percuoterà anche sul meccanismo della riproduzione e nella maniera di allevare i figli, loro che avrebbero dovuto, come gli antenati rettili, depositare le uova e lasciarle incustodite per farle diventare prede succulente di altri animali più grossi.
46-Stratagemma
La terra dopo la scomparsa dei dinosauri si va quindi popolando di animali di piccola taglia che cominciò a risolvere, con un ingegnoso stratagemma, un grosso problema che era causa di una notevole mortalità prenatale dovuta alle predazioni che avvenivano, a tutti i livelli. Era, cioè, senz’altro meglio nascondere in qualche modo nel proprio corpo i prodotti del concepimento, che non lasciare delle uova incustodite alla mercè dei predatori. Portare con sé le uova da covare e i piccoli da accudire e allattare era senz’altro una soluzione idonea a permettere una maggiore sopravvivenza, nell’ambito di ciascuna cucciolata. Così si arriverà ad un drastico abbassamento della mortalità infantile, e, di conseguenza, non furono più necessarie cucciolate numerose. I cuccioli saranno in numero molto limitato e si arriverà, addirittura a parti gemellari o singoli. Inoltre l’allungamento del periodo della gestazione poteva assicurare un ulteriore vantaggio evolutivo di importanza non trascurabile: c’era più tempo, per consentire un maggior sviluppo della massa cerebrale, soprattutto della corteccia, e quindi della intelligenza.
un mammifero e i suoi piccoli
Le cure materne neonatali e la simbiosi madre figlio rappresenterà, poi, il primo gradino di un processo evolutivo non più esclusivamente genetico, ma di tipo culturale, consistente nella possibilità e nella capacità di trasmettere ai propri piccoli tutta una serie di informazioni, esperienze e comportamenti. Ma un’altra caratteristica vincente di questi piccoli esseri, che consentì la loro sopravvivenza in qualunque ambiente e che altrettanto farà in futuro, fu l’omeotermia, e cioè la capacità di mantenere costante la temperatura interna dell’organismo grazie ad un raffinato uso del metabolismo e indipendentemente dalla temperatura esterna. Erano, insomma, degli animali a sangue caldo. Questo permetteva loro di compiere grandi sforzi continuativi, necessari, ad esempio, durante la lotta e la caccia, senza aver bisogno di “ricaricare le pile al sole” come facevano e fanno tutt’ora i rettili a sangue freddo. anzi, riuscendo a mantenere l’equilibrio termico interno. A causa del rapido metabolismo avevano, però la necessità di rifornirsi continuamente di cibo, e, infatti, mangiavano di tutto, dai vegetali, foglie e radici, agli insetti e ai piccoli animali. Erano onnivori, essenzialmente dei roditori con delle mandibole provviste di denti molto sviluppati necessari per rodere la corteccia degli alberi. I suoi nemici sono i serpenti ed altri piccoli rettili con i quali ha imparato a convivere. A vedere uno di questi animaletti muoversi sugli alberi, sembra di vedere degli scoiattoli, dei topi o delle scimmie. Da questi animali di piccole dimensioni, nacque una linea evolutiva con caratteristiche ed abitudini simili a causa della frequentazione dello stesso ambiente: la foresta e gli alberi.
47-Rete ferroviaria
Da ora in poi nelle praterie, nelle foreste, nelle savane, nei mari, dilagheranno gli antenati dei mammiferi che, liberi di evolversi, senza avere praticamente nemici seri in grado di contrastare il loro cammino, aumenteranno le loro dimensioni. A parte le dimensioni, però, molti saranno gli elementi che faranno di questi animali i futuri dominatori del pianeta. Da ora in poi, è come se, a partire da quei piccoli mammiferi, ancora non del tutto tali, si dipanasse una gigantesca ed intricatissima rete evolutiva, lungo la quale compariranno e scompariranno nuove linee, si intrecceranno tra loro, alcune saranno più lunghe, altre meno, animali strani e sorprendenti per forma, grandezza e soluzioni evolutive, nasceranno e spariranno per dare origine agli animali moderni. I nostri piccoli progenitori se ne erano andati ovunque si erano formate montagne, mari, laghi, fiumi, boschi, deserti, savane, steppe, tundre, zone ghiacciate; dovunque il clima e gli ambienti erano pronti per approvare o bocciare le innumerevoli forme viventi che la libera e pressoché incontrastata riproduzione avrebbe generato. Ancora oggi ci stupiamo quando abbiamo occasione di vedere delle forme viventi strane che vivono in angoli sperduti del pianeta. Forse ormai non facciamo più caso all’elefante, con quella strana proboscide, o alla giraffa con il lungo collo, o all’alce con quelle strane corna; ma di animali strani e con appendici particolari, ne incontreremmo in numero sempre maggiore. Successe, insomma, quello che è sempre accaduto nella storia della vita: nel corso delle generazioni nascevano gli individui più strani e con le soluzioni evolutive più originali; l’ambiente poi si incaricava di bocciare con l’estinzione o promuovere con il premio della trasmissione dei caratteri genetici alle generazioni future. Per questo la intricata e fitta rete ferroviaria cui l’evoluzione dei primi mammiferi dette luogo, andò, con il passare dei millenni, sfoltendosi e ne risultarono solo quei binari, pur numerosi, che popolano il pianeta nell’era moderna.
mammiferi di oggi
Solo quelle specie, insomma, che hanno dimostrato di avere i requisiti per adattarsi all’ambiente, sono giunte fino a noi. La prima cosa che colpisce è come, in poco più di 10 milioni di anni, alcuni animaletti piccoli come scoiattoli abbiano potuto dare origine a dei colossi come elefanti, rinoceronti e simili.. Sembra infatti di rivedere i pacifici dinosauri erbivori, divoratori insaziabili di fogliame. Questa in fondo è la prova che la evoluzione, se non fossero intervenuti fattori nuovi, avrebbe teso di nuovo a ricreare dei colossi; solo così, grazie alla propria stazza, gli individui avrebbero potuto lottare meglio per la sopravvivenza. Ma il fattore nuovo era ormai lì in agguato, anche se i nostri colossi ne sono ancora privi. E’ il fattore cerebrale.