Dove si parla della nascita delle religioni nei popoli antichi
76-Religioni
Inutile dire che questi mondi, nati e cresciuti separati, ciascuno con una storia a parte, non vennero in contatto tra loro, o, se qualche contatto c’è stato, soprattutto tra Vecchio Mondo e Oriente, se ne è persa la memoria con il passare dei secoli. Soltanto i viaggi di Marco Polo misero in contatto Occidente e Oriente, mentre i viaggi degli scopritori occidentali, da Cristoforo Colombo in poi, fecero altrettanto tra Vecchio Mondo e Americhe. Questi viaggi inaugurarono stagioni in cui le culture si avvicinarono, si conobbero e si influenzarono a vicenda. Abbiamo detto che uno degli aspetti caratterizzanti ogni singola cultura o civiltà era quello religioso, inteso come sentimento che l’uomo esprimeva verso esseri soprannaturali, non tanto come esigenza innata, ma come bisogno di spiegare i fenomeni che avvenivano intorno a lui e come bisogno di placare le ire di questo o quel Dio. L’Uomo già da allora sentiva che gli Dei erano gli unici esseri a lui superiori ed erano gli unici esseri che doveva temere e dai quali non poteva difendersi. la nascita delle religioni in seno alle varie culture servì proprio a regolamentare questo sentimento; le chiese poi ebbero il compito di razionalizzarlo, creando strutture dove poter esercitare questo bisogno e metter in pratica i riti e le funzioni proprie della religione. Ogni chiesa ha creato, nel corso dei secoli, sovrastrutture culturali fatte di credenze di dogmi, di fatti degni di fede, ha eletto uomini al rango di esseri superiori degni di essere imitati e venerati, ha cercato di dare una spiegazione ed un significato della vita e dell’Uomo come essere voluto sulla terra da qualcuno superiore a lui. Così come ha fatto la Chiesa e la religione cattolica, così anche le altre Religioni diffuse nel mondo hanno inteso, nel corso dei secoli, fare la stessa opera di persuasione e di proselitismo nell’ambito dei popoli,
Dopo i miti, quindi, le religioni continuarono per secoli a mantenere gli uomini in un atteggiamento di passività nei confronti dei grandi temi della vita, della sua nascita e del suo evolversi, del mondo, dell’uomo e della sua creazione, della nascita dell’Universo così come noi lo conosciamo. Fino ad un certo punto l’uomo ha accettato ed ha subito quanto gli veniva detto dalle religioni, senza saper dare delle spiegazioni che fossero più esaurienti e soddisfacenti. Anche i filosofi, e cioè quei pensatori che, più di ogni altro si dedicarono a trovare una risposta alle domande che si ponevano, e che affondavano le loro radici nella mitologia, non seppero dare altre risposte se non quelle ispirate ad una concezione religiosa del mondo. Fu con lo svilupparsi della scienza e quindi del suo metodo, che l’uomo, gradualmente, prese coscienza del proprio ruolo, del significato della sua esistenza e, soprattutto di come si erano svolti i fatti: la nascita dell’universo, la vita, le sue prime forme, le piante, gli animali, l’uomo e la sua storia, passato, presente e futuro.
Gli DEI secondo i Greci
Dopo i miti, quindi, le religioni continuarono per secoli a mantenere gli uomini in un atteggiamento di passività nei confronti dei grandi temi della vita, della sua nascita e del suo evolversi, del mondo, dell’uomo e della sua creazione, della nascita dell’Universo così come noi lo conosciamo. Fino ad un certo punto l’uomo ha accettato ed ha subito quanto gli veniva detto dalle religioni, senza saper dare delle spiegazioni che fossero più esaurienti e soddisfacenti. Anche i filosofi, e cioè quei pensatori che, più di ogni altro si dedicarono a trovare una risposta alle domande che si ponevano, e che affondavano le loro radici nella mitologia, non seppero dare altre risposte se non quelle ispirate ad una concezione religiosa del mondo. Fu con lo svilupparsi della scienza e quindi del suo metodo, che l’uomo, gradualmente, prese coscienza del proprio ruolo, del significato della sua esistenza e, soprattutto di come si erano svolti i fatti: la nascita dell’universo, la vita, le sue prime forme, le piante, gli animali, l’uomo e la sua storia, passato, presente e futuro.
77-Coscienza
Ora che siamo sulla buona strada per capire lo svolgimento dei fatti, ci si comincia ad interrogare sul significato degli avvenimenti che, da uno scoppio avvenuto nel nulla 15 miliardi di anni fa, hanno portato alla nascita dell’Uomo che, nel 2000 dopo Cristo, su questa Terra, si sta interrogando sul proprio passato, si sta adoperando per rendere vivibile il proprio presente, e sta progettando il proprio futuro. Ma quello che è più sorprendente e affascinante è che, per la prima volta, un essere vivente, così come riesce a penetrare i segreti suoi e di tutto l’Universo, compresi gli altri esseri viventi, così egli coinvolge nelle sue previsioni e nei suoi progetti tutto l’Universo e gli altri esseri viventi. Tutto ciò oggi avviene grazie all’enorme sviluppo della scienza e, finalmente, grazie al fatto che scienza e religione cominciano a lavorare insieme. Oggi, ad esempio, la Chiesa Cattolica sembra riconoscere gli sbagli fatti in passato, quando, arroccata su posizioni di privilegio, a difesa di credenze arcaiche e non corrispondenti al vero, scomunicava e metteva al rogo chiunque osasse soltanto mettere in dubbio tali credenze. Oggi la Chiesa Cattolica (ma purtroppo così non è per molte altre religioni) desidera essere al passo con i tempi e, sia pure a fatica, torna sui suoi passi, aprendosi alle più moderne ipotesi scientifiche, e cercando di scoprire e spiegare il nesso esistente tra moderna visione scientifica del mondo e i passi della Bibbia, la quale rimane, comunque, sempre il testo scritto più antico ad aver affrontato questi argomenti. Gli scienziati, oggi, liberi dal rischio di essere considerati pericolosi dalla Chiesa, elaborano tesi e formulano ipotesi ricercando anche la collaborazione e il contributo costruttivo di teologi e studiosi di religioni.
Da quel lontano giorno in cui il risveglio alla coscienza ha permesso uno sviluppo ed un progresso sempre più accelerato e finalizzato alla conquista di spazi sempre maggiori all’interno del proprio mondo, l’uomo è giunto, già da alcuni anni, all’imbrigliamento dell’energia atomica. La sua capacità distruttiva e anche la sua cattiveria è diventata enorme e tutti abbiamo sotto gli occhi quello che questo essere è stato in grado di fare nel secolo scorso che, tutto sommato può essere considerato abbastanza pacifico. E così oggi non sono pochi quelli che sperano che in futuro, nei rapporti tra popoli, possano prevalere le armi della discussione. Infatti, se su larga scala le difficoltà di socializzazione e di pacificazione sono sempre state enormi, entro lo stretto ambito delle relazioni interpersonali l’uomo sa essere anche diverso. Egli è anche in grado di provare un senso di pietà per un suo simile che si trova in difficoltà, anche se si tratta di un estraneo, egli ha pietà di un malato, di un bambino perduto e si muove in aiuto di chi soffre.
Galileo Galilei
78-Soprannaturale
Facendo leva su questi sentimenti, sul lato buono e sulla disponibilità dell’uomo a prodigarsi per il prossimo, le religioni hanno costruito la loro forza e la loro capacità di diffondere il proprio credo tra i popoli. Hanno insegnato agli uomini che era necessario chiedere perdono al proprio Dio, o agli Dei, per i propri peccati, e per redimere coloro che istigavano a compiere atti fuori della morale. Saper distinguere tra bene e male, tra giusto e ingiusto, tra buono e cattivo, è però un fatto esclusivamente personale. Ogni uomo può e sa essere buono anche solo per se stesso e può decidere di confrontarsi col proprio Dio in assoluta solitudine. Questo perchè il sentimento religioso, che era nato come paura degli Dei, si è trasformato ed ha trovato nuova linfa nel bisogno interiore e nella necessità, non scevra da una buona dose di sudditanza psicologica, di rapportarsi con un essere soprannaturale, che tutto vede e tutto può. A questo essere soprannaturale si vuole addossare la responsabilità di aver dato origine al Tutto, e di aver permesso che alla fine nascesse l’uomo, il solo essere che oggi sia in grado di parlare con Lui e di considerare l’evento della creazione come qualcosa di soprannaturale che ha generato il naturale e il materiale. Se è vero che la religione ha sempre trovato la sua forza nel fatto che non richiede necessariamente un coinvolgimento materiale, e rimane pur sempre una categoria dell’animo umano, è anche vero che oggi la scienza, nata come alternativa di un modo di vedere il mondo cieco ed ottuso, sta forse finendo per essere una sua buona alleata.
Oggi scienza e religione si apprestano a proseguire insieme un difficile cammino, dopo aver battuto per tanti secoli, sentieri diversi. Il fatto nuovo di questi ultimi anni è stato l’aver scoperto che, in fin dei conti, questi sentieri andavano entrambi nella stessa direzione, e portavano verso un unico punto: un punto comune che tutti hanno affannosamente ricercato: i teologi per millenni alla ricerca del primordiale attimo della creazione, gli scienziati per secoli alla ricerca del momento in cui ha preso origine la materia. Oggi universalmente, teologi e scienziati, convengono sull’ipotesi formulata in campo scientifico e accettata in quello religioso, che l’evento originario sia il famoso Big bang di 15 miliardi di anni fa. Se la scienza è giunta per gradi ad una simile affermazione, dopo secoli di studi, di scoperte, di verifiche e ricerche, la religione, che pure in passato aveva sempre asserito che il mondo fosse statico con tutte le sue creature, ha riconosciuto la validità delle tesi scientifiche, cercando di dare una spiegazione di tali tesi in chiave religiosa. Oggi la religione accetta quella che ormai non è più soltanto una teoria, ma l’unico modo plausibile che spieghi la comparsa dell’uomo sulla terra: l’evoluzione.
Scienza e fede
Oggi scienza e religione si apprestano a proseguire insieme un difficile cammino, dopo aver battuto per tanti secoli, sentieri diversi. Il fatto nuovo di questi ultimi anni è stato l’aver scoperto che, in fin dei conti, questi sentieri andavano entrambi nella stessa direzione, e portavano verso un unico punto: un punto comune che tutti hanno affannosamente ricercato: i teologi per millenni alla ricerca del primordiale attimo della creazione, gli scienziati per secoli alla ricerca del momento in cui ha preso origine la materia. Oggi universalmente, teologi e scienziati, convengono sull’ipotesi formulata in campo scientifico e accettata in quello religioso, che l’evento originario sia il famoso Big bang di 15 miliardi di anni fa. Se la scienza è giunta per gradi ad una simile affermazione, dopo secoli di studi, di scoperte, di verifiche e ricerche, la religione, che pure in passato aveva sempre asserito che il mondo fosse statico con tutte le sue creature, ha riconosciuto la validità delle tesi scientifiche, cercando di dare una spiegazione di tali tesi in chiave religiosa. Oggi la religione accetta quella che ormai non è più soltanto una teoria, ma l’unico modo plausibile che spieghi la comparsa dell’uomo sulla terra: l’evoluzione.
79-Società
Poco più di 2 milioni di anni hanno portato quegli esseri pseudo scimmieschi a diventare degli esseri di tipo abbastanza simili all’uomo di oggi, cosciente, previdente e organizzato, possiamo fare un semplice paragone che ci aiuta a capire le varie fasi dello sviluppo dell’uomo e del suo cervello. Se l’infanzia dell’uomo si è consumata nell’assolato paesaggio africano, metà sui radi alberi delle savane, e metà a cercare di sbarcare il lunario, incapace di usufruire perfettamente di quel suo inedito stato di bipedismo, e inconsapevole della sua condizione di ex animale in corsa verso lontani traguardi; se questa è stata appunto la sua infanzia, la sua adolescenza ha avuto come teatro le lussureggianti pianure europee dell’ultima era glaciale, quando egli non vive più alla giornata, ma comincia a pensare alla sopravvivenza. Ha imparato ad usare le mani perfettamente, con quelle dita così ben disposte, la sua stazione eretta è diventata ormai un vantaggio esclusivo dei suoi simili. Il freddo e le condizioni climatiche, cui egli stesso, inconsapevolmente, è andato incontro, e certamente non adatte ad una ex scimmia rimasta nuda, ora aguzzano il suo ingegno, e la lotta per la sopravvivenza si fa sempre più dura. Ma le difficoltà aiutano a crescere e così il nostro uomo, che ormai sa persino parlare e comunicare, è cosciente del suo stato ed è consapevole di lottare per migliorare la sua esistenza. Giunge alla maturità, riuscendo a trarre vantaggio per sé e per la società di cui fa parte, da quelle situazioni che madre natura gli offre sopra un piatto d’argento. Saper sfruttare queste risorse significava vita per un numero enorme di persone: animali da cui trarre il cibo per lungo tempo, prima ancora di ucciderli; animali di cui sfruttare la forza e la potenza; terreni fertili da sfruttare dopo aver scoperto che l’acqua in abbondanza e il sole fanno crescere vegetali buoni da mangiare. Per fare tutto ciò era necessario smettere di girovagare e fermarsi per creare, in particolari zone ritenute favorevoli, insediamenti che, col tempo, diventarono città. Le città si moltiplicarono e con esse fiorirono e si diversificarono le culture più varie.
Le società che andavano specializzandosi e diventavano più complesse, permettevano una diversificazione dei compiti, per cui, non tutti si dedicavano all’allevamento del bestiame o alle colture dei campi. Molti si dedicavano alle arti, come scultura e pittura, e i loro manufatti sono lo specchio del livello culturale raggiunto da società sempre più progredite. L’uomo, ormai era diventato adulto e proseguiva in questa importante stagione della sua vita. Una stagione diventata realtà in epoche diverse a seconda delle aree geografiche. Il punto di incrocio tra gli attuali territori africano asiatico ed europeo fu l’area privilegiata per assistere alla maturità dell’uomo.
Allevamento del bestiame
Le società che andavano specializzandosi e diventavano più complesse, permettevano una diversificazione dei compiti, per cui, non tutti si dedicavano all’allevamento del bestiame o alle colture dei campi. Molti si dedicavano alle arti, come scultura e pittura, e i loro manufatti sono lo specchio del livello culturale raggiunto da società sempre più progredite. L’uomo, ormai era diventato adulto e proseguiva in questa importante stagione della sua vita. Una stagione diventata realtà in epoche diverse a seconda delle aree geografiche. Il punto di incrocio tra gli attuali territori africano asiatico ed europeo fu l’area privilegiata per assistere alla maturità dell’uomo.
80-Scrittura
In seguito fu il vecchio mondo a diventare il teatro privilegiato di società e culture, mentre culture totalmente diverse crebbero nella lontana Asia. Nelle Americhe poi società e culture si formarono e si estinsero. Saranno poi alcuni ben noti rappresentanti delle popolazioni del Vecchio Mondo a permettere con i loro avventurosi viaggi l’avvicinamento tra i popoli sparsi nelle varie zone del pianeta. I progenitori di questi popoli, in un’epoca molto lontana, avevano una radice comune, quando dalle savane assolate si dispersero, in maniera del tutto inconsapevole, per tutte le terre emerse. La maturità dell’uomo iniziò, pertanto, con la sua capacità di formare società in grado di tramandare il livello culturale raggiunto dai singoli e di permettere un migliore sfruttamento delle risorse. Ciò significava vita e sopravvivenza per tutti, sia sul piano materiale che sul piano spirituale, visto che cominciavano ad affiorare problemi di carattere etico e religioso. Ormai l’altissimo grado di consapevolezza che aveva portato l’uomo sulla strada giusta per la risoluzione dei suoi problemi materiali, gli permetteva di dedicarsi anche a problemi che non fossero strettamente necessari per la propria esistenza. D’altronde l’abitudine di seppellire i morti, già presente nelle popolazioni neandertaliane, la ritualità di comportamenti che sottintendevano la convinzione che qualcosa di spirituale esistesse al di là del corpo materiale, la capacità di elaborare schemi mentali che nulla avevano di materiale e di tangibile, elevavano ulteriormente il cervello umano lungo una strada, già da tempo intrapresa, verso una sempre maggiore adesione ai problemi di tipo esistenziali.
Sul piano materiale la storia ci insegna che, dopo i primi esperimenti di aggregazioni sorte verso l’8000 avanti Cristo, che portarono alla nascita delle prime città, numerose civiltà e culture si formarono e si estinsero negli angoli più disparati del pianeta, pur con diverse velocità tra zona e zona. In caso di reciproca influenza, dovuta alla loro vicinanza, esse spesso si combatterono o si fusero alla ricerca di una affermazione o di una supremazia che, in definitiva, portò a ulteriori sviluppi culturali con la nascita di tecnologie sempre più raffinate e progredite. Infatti dalle prime rudimentali tecnologie poste in atto per lo sfruttamento delle acque fluviali, si passò alle tecnologie metallurgiche, quando al Neolitico succedettero l’Età del Rame e l’Età del Bronzo, periodi in cui l’uomo fu in grado di lavorare i metalli. Cosa che aprì nuove e più inaspettate possibilità alla crescita delle civiltà. Ma la tecnologia più rivoluzionaria che permise una notevole crescita culturale e che sarà alla base di tutti gli sviluppi futuri, fu senz’altro la scrittura. Se con il linguaggio parlato l’uomo scoprì di poter comunicare ai suoi simili idee, pensieri e sensazioni, con il linguaggio inciso su pietra o su altro supporto, che in futuro sarà prevalentemente cartaceo, egli scoprì la memoria collettiva.
Seppellire i morti, gli Egizi
Sul piano materiale la storia ci insegna che, dopo i primi esperimenti di aggregazioni sorte verso l’8000 avanti Cristo, che portarono alla nascita delle prime città, numerose civiltà e culture si formarono e si estinsero negli angoli più disparati del pianeta, pur con diverse velocità tra zona e zona. In caso di reciproca influenza, dovuta alla loro vicinanza, esse spesso si combatterono o si fusero alla ricerca di una affermazione o di una supremazia che, in definitiva, portò a ulteriori sviluppi culturali con la nascita di tecnologie sempre più raffinate e progredite. Infatti dalle prime rudimentali tecnologie poste in atto per lo sfruttamento delle acque fluviali, si passò alle tecnologie metallurgiche, quando al Neolitico succedettero l’Età del Rame e l’Età del Bronzo, periodi in cui l’uomo fu in grado di lavorare i metalli. Cosa che aprì nuove e più inaspettate possibilità alla crescita delle civiltà. Ma la tecnologia più rivoluzionaria che permise una notevole crescita culturale e che sarà alla base di tutti gli sviluppi futuri, fu senz’altro la scrittura. Se con il linguaggio parlato l’uomo scoprì di poter comunicare ai suoi simili idee, pensieri e sensazioni, con il linguaggio inciso su pietra o su altro supporto, che in futuro sarà prevalentemente cartaceo, egli scoprì la memoria collettiva.