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domenica 26 aprile 2015


                         

 
Preambolo
 
 
Carissimi benvenuti nel mio Blog. Entriamo subito in argomento. Le presentazioni le faremo più tardi. Molti di voi sono già lettori del mio Il chiodo Fisso, notiziario scientifico, che spedisco ormai da un anno. E quindi conoscono già gli argomenti. Per gli altri, se ci sono e quando ci saranno, spiego subito di cosa parlerò. Dunque guardate bene questa foto, niente di originale, è il nulla. L’ho scattata io circa 15 o 20 miliardi di anni fa. Non ricordo bene quando e come fu ma si trova dentro l’archivio fotografico del mio computer. A quel tempo non c’era nulla, o meglio c’era il nulla…. Anzi no, perché è una contraddizione in termini, e non so come dire, e forse non c’ero nemmeno io. Forse è meglio dire che c’era qualcosa, cioè il tutto, ma era tutto racchiuso in quel punto che vedete, minuscolo proprio al centro della foto. Come non lo vedete?  Perchè non siete capaci, non siamo capaci, ma vi assicuro che c’è, perchè allora c’era.







E’ illuminante in proposito l’episodio in cui Sant'Agostino incontra in riva al mare un bambino che poi si rivela essere un angelo: Si racconta quindi che il vescovo di Ippona mentre passeggiava lungo la riva del mare immerso nelle sue profonde meditazioni, incontrasse un bambino tutto intento a versare con una conchiglia l'acqua del mare in una piccola buca scavata nella sabbia. Sant'Agostino lo guardò a lungo con tenerezza, poi gli domandò: "Bambino, cosa fai?". Il piccolo senza interrompere il gioco, gli rispose: "Voglio mettere il mare in questa piccola buca!". E Sant'Agostino: "Ma come puoi pensare di racchiudere il mare, che è così grande, in una buca così piccola?". Il bambino alzò gli occhi, lo guardò fisso in volto e rispose: "E tu come puoi pensare di mettere Dio, che è infinito, nella tua mente, che è così limitata?!" Cio’ detto volò via.
 
 
GIOVANNI MARCHIORI  (1696-1778)

Mistero della Trinità: Agostino con il bambino sulla spiaggia Pieve di Santa Giustina di Monselice (Duomo vecchio

Ancora oggi noi esseri umani non siamo in grado di capire Dio e l’universo. Ma stiamo facendo passi da giganti. E dunque in quel tempo tutto l’universo che oggi ha misure quasi infinite, era racchiuso in quel minuscolo punto che oggi gli scienziati chiamano Singolarità, Ha la grandezza(!!!) di un miliardesimo della capocchia di uno spillo. E noi vorremmo essere in grado di vederlo? Si sa che noi umani siamo limitati e non andiamo oltre le nostre misere capacità. Comunque vi assicuro che lì dentro c’era il tutto e fuori, tutto quel nero, era nulla ovvero il nulla.


 



                                                                 
Un’altra cosa che non sapevamo ma che adesso, da poco meno di un secolo, sappiamo è che lì, dentro quel minuscolo puntino vige la realtà quantistica, così come vige ancora oggi nel mondo microscopico degli elettroni. Ne parleremo, ma per ora diciamo che quella quantistica è un realtà strana un mondo diverso da quello macroscopico  in cui viviamo e che a stento, riusciamo a capire. Ma quello che è più importante e che, vista la esistenza di questo mondo, così diverso dal nostro, siamo autorizzati a pensare che oltre quel punto ci sia un’altra realtà che non vediamo e che non possiamo assolutamente vedere, chissà fino a quando e chissà se mai riusciremo a vederlo e a capirlo. Insomma la singolarità che c’è al centro di quella foto, con le sue stranezze, fa da interfaccia tra il nostro universo e il mondo di prima che potremo definire il mondo della energia creatrice. Energia che i credenti identificano con Dio. Questo, oggi, noi possiamo sostenerlo perché, mentre fino a ieri pensavamo che la nostra fosse l’unica realtà esistente, oggi, con la scoperta della realtà quantistica, nulla ci vieta di pensare  e ammettere la presenza di un altro mondo esistente al di là del nostro. E tutti, credenti e non credenti possono darne la loro spiegazione. Così Scienza e Religione si trovano finalmente insieme, ciascuna con le proprie spiegazioni.
 


                      
Da internet
 
 
Sarebbe stata insomma  questa enorme, immane energia che avrebbe dato luogo al Big Bang di 15-20 miliardi di anni fa da cui è scaturito quel minuscolo punto di cui sopra, un punto estremamente denso compresso e incandescente che ha preso poi a dilatarsi e a raffreddarsi per formare il nostro universo, sotto la spinta di quella energia sovrumana. Quel punto altro non era che un piccolo germe di materia, una piccola quantità di massa derivata da un enorme accumulo di energia


E= mc2


Così disse Einstein alcuni miliardi di anni dopo. E cioè che da una grande quantità di energia si poteva ottenere una piccolissima quantità di massa. E così fece il Padreterno all’epoca. L’uomo invece che è l’essere più capace da allora fino ad oggi, Ha fatto il contrario, cioè da una piccola quantità di massa ha ottenuto una Grande quantità di energia. Si trattava della bomba atomica. Ma stiamo parlando di valori irrisori, che fanno ridere se messi al confronto con quelli del Big Bang. Così quella potente energia iniziale, con la sua potente spinta, fece dilatare e raffreddare quel germe per miliardi di secoli, ancora lo sta facendo e ancora lo farà per parecchio.



Fungo atomico di Nagasaki       da internet


Ora la storia di questa dilatazione e raffreddamento della materia altro non è che la storia della materia stessa che col tempo si evolve e si trasforma dando luogo ai fenomeni che tutti conosciamo. La formazione degli atomi di Idrogeno elemento di base della materia, le stelle con i suoi elementi successivi, i pianeti, e poi, qui sulla terra i fenomeni che conosciamo bene. Dalla evoluzione della materia inanimata, fino alla trasformazione in materia animata, con la nascita di numerose e infinite forme di vita. Materia che oltre ad essere vivente sarà anche pensante, con la nascita del cervello, cosciente e addirittura autocosciente, E’ questa la storia che racconteremo, da quella immane esplosione per arrivare fino ai giorni nostri ed andare anche oltre. Per scoprire che esiste un significato in tutto quello che sta accadendo. Non solo un atto creativo della materia da parte di quella immane energia, ma anche una continua creazione, con la materia che, sotto quella spinta iniziale, si evolve e si trasforma.

                 

L’uomo  è una delle tappe della trasformazione della materia
E’ stata, è, e sarà, una continua trasformazione di questa materia che sta evolvendo verso una sempre maggiore perfezione e complessità. Essendo questo lo scopo di quell’atto creativo. A tale proposito Jean Guitton filosofo e scrittore francese esponente del pensiero cattolico del novecento ci viene in soccorso descrivendo l’atto creativo di Dio. Dice Jean Guitton “E’ il regno della  Totalità atemporale, della integrità perfetta, della simmetria assoluta; solo il Principio Originario esiste, nel nulla, forza infinita, illimitata, senza inizio o fine. In tale momento primordiale, questa forza allucinante di potenza e di solitudine, di armonia e di perfezione, non ha forse intenzione di creare alcunchè; è sufficiente a se stessa. E poi succede qualcosa. Che cosa? non so. Un sospiro di niente. Forse una specie di accidente del nulla, una fluttuazione del vuoto: in un istante fantastico il Creatore, cosciente di essere colui che E’ nella Totalità del Nulla, decide di creare uno specchio della propria esistenza. La materia, l’Universo,  riflessi della sua coscienza, rottura definitiva con la bella armonia del Nulla Originario: Dio ha appena creato una immagine di se stesso”.
 
 
 
                                               Il concetto di spazio tempo nella metrica di Minkowski
E’ così che tutto è cominciato? Questo è un fatto che rimarrà sempre al di fuori della portata di noi  uomini. L’intuizione di Jean Guitton rimane tale e solo la fede e la credenza religiosa potranno alimentare l’esigenza di dare una simile spiegazione dell’atto di formazione della materia. Uno specchio quindi della propria esistenza, quello che il Padreterno intende creare, una copia della propria immagine che Egli traspone nella realtà seguente il Big Bang. Qui subentra la scienza che fa notare come questa trasposizione avvenga in una realtà dotata di spazio e tempo. Due categorie che nel mondo precedente il Big Bang non esistono.  Ma Sant'Agostino lo aveva già detto. Lì è tutto istantaneo, un punto compresso senza spazio e senza tempo. Qui invece tutto si dilata quasi all’infinito, tutto è divenire e si forma con il passare del tempo. Una creazione, possiamo dire che si perpetua col passare del tempo e man mano che lo spazio si dilata. La materia creata, in questo modo passerebbe dalla totale imperfezione alla totale perfezione nel giro di miliardi di anni. Così quella che Guitton chiama immagine di se stesso non è istantanea, ma legata allo spazio tempo che si evolverà con lentezza esasperante, appunto, verso la perfezione e la complessità.


                        
 
                                                                    La freccia del tempo
  E’ insomma il concetto della creazione in fieri, in divenire, che non si è fermata con l’atto creativo originario, ma si perpetua con il passare del tempo. E’ questa, finalmente, la novità di oggi. Già da tempo si sarebbe dovuto parlare all’uomo con un linguaggio diverso, che tenesse conto delle scoperte scientifiche. Dice Hoimar von Ditfurth, professore e divulgatore scientifico del secolo scorso, “Credo che l’evoluzione sia identica all’attimo della creazione. Che l’evoluzione cosmica e quella biologica siano proiezioni dell’atto creativo nei nostri cervelli. Che la storia evolutiva della natura animata e inanimata sia la forma in cui noi viviamo da dentro la creazione, la quale invece da fuori, in una prospettiva trascendentale, è in verità un atto istantaneo”.


            
Evoluzione della materia
 
Ora è chiaro che con l’aumento della complessità della materia anche il mondo si va facendo sempre più complesso. Come dice infatti il divulgatore americano John D Barrow “ Un mondo che fosse tanto semplice da poter essere compreso sarebbe troppo semplice per poter contenere osservatori in grado di comprenderlo”. E da oggi gli osservatori si vanno facendo sempre più complessi e intelligenti, e lo saranno sempre di più in futuro. Capiremo e scopriremo sempre nuove cose che ci avvicineranno alla conoscenza totale, ma parallelamente cambieremo anche noi, e forse, in futuro, quando tutto sarà compreso e comprensibile, non saremo più noi. Intanto oggi dobbiamo scrollarci di dosso e lasciarci alle spalle secoli e secoli di credenze fuorvianti, di falsi miti, di errate convinzioni.


                         
Già da tempo la religione avrebbe dovuto parlare alla gente con un linguaggio diverso ma ai nostri antenati, e, in buona sostanza, ancora oggi, venivano raccontate le storie della creazione e tutto il resto. Un modo di spiegare le cose, quello, certamente più comprensibile e più adatto alla gente del tempo. Allora bisognava parlare a gente semplice che si faceva poche domande. Si è cercato di rappresentare i misteri della creazione, dell’aldilà e dell’esistenza attraverso un linguaggio e delle immagini a loro familiari. Ma oggi, e questo è l’errore della religione, che ha provocato nei secoli non pochi allontanamenti dal concetto di Dio, la cosa è diversa. Noi oggi non possiamo continuare a conservare le spiegazioni e le interpretazioni delle generazioni precedenti. Siamo degli uomini diversi, in grado di accettare anche discorsi più complessi. La religione avrebbe dovuto adeguarsi al cambiamento e alla evoluzione della realtà, verificatasi nel mondo, grazie alla scienza. Già da tempo si sarebbe dovuto parlare all’uomo con un linguaggio diverso, che tenesse conto delle scoperte scientifiche. E  invece per troppo tempo si  è andati avanti con le fotografie del passato. E non riusciamo ad andare oltre. Tanto che il già citato autore Hoimar von Ditfurth dice: “Quanta arroganza c’è nel tacito presupposto che tutti gli enigmi della natura debbano adattarsi all’orizzonte della nostra capacità immaginativa.”
 

                                                           
Giungere a queste conclusioni è stato il chiodo fisso di una vita e adesso il chiodo fisso è quello di spiegare tutto ciò in modo comprensibile agli altri.   E’ questo  lo scopo de La storia della materia che leggerete da qui in avanti. Prima però mi corre l’obbligo di rispondere ad una domanda. Chi sono io per dire tutto ciò? Basta tornare su e leggere il mio profilo.




 

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