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domenica 16 agosto 2015

 
 
Poiché ci definiamo intelligenti,
anche se forse
con motivi poco fondati,
noi tentiamo di
 considerare l’intelligenza
una conseguenza
inevitabile dell’evoluzione,
invece è discutibile che sia così.
 I batteri se la cavano
 benissimo senza, e ci
sopravvivranno, se la
 nostra cosiddetta
 intelligenza ci indurrà
 ad autodistruggerci
 in una guerra nucleare.

 Stephen Hawking
 

Sempre in fondo al mare

 

Che fantasia i primi esseri

 
 
 
 
 
Dove si parla dell'aumento demografico nel fondo dell'oceano, della nascita di forme sempre più strane e bizzarre, dalle spugne alle meduse, fino all'utilizzo di gusci, conchiglie e corazze. Ormai la natura sbriglia la propria fantasia. 
 
 


 
15-Riproduzione


 
 
Cerchiamo di scoprire il trucco di quel gioco di prestigio che permette ad una cellula di dividersi in due riproducendosi, cioè in due cellule figlie simili alla cellula madre. Abbiamo già visto che il DNA, quel filamento che nelle nostre pseudo cellule si trovava raggomitolato in una regione del citoplasma, ma che nelle future cellule sarà gelosamente nascosto all’interno del nucleo (la cassaforte di famiglia), è formato da due filamenti disposti come una doppia spirale ad una certa distanza l’una dall’altra, e costituite da alcune molecole di sostanze chimiche. Queste due spirali sono tenute insieme tra loro mediante le basi (adenina, citosina, timina e guanina) le quali a loro volta sono composte di aminoacidi. Le basi hanno una disposizione caratteristica a due a due e si ripetono lungo tutta la catena del DNA in modo caratteristico per ogni singola cellula o essere vivente. Ogni base è legata alla base che le sta affianco mediante un legame molto debole e quindi soggetto, in particolari condizioni a sciogliersi. Da recenti studi sembra che la Timina possa legarsi solo con l’Adenina, mentre la Citosina possa legarsi solo con  la Guanina. Il risultato della dissoluzione di questi legami sarà la separazione di queste due spirali, ciascuna delle quali sarà formata da un filamento a cui è legata una serie di basi. Per avere una idea più concreta immaginiamo una chiusura lampo che si apre; magari questa chiusura invece di avere tutti i dentini uguali, possiede quattro tipi di dentini disposti in maniera alternata e apparentemente casuale; ogni dentino infine potrà incastrarsi di nuovo soltanto con uno degli altri tre tipi di dentini.



www.unitus.it divisione di una cellula
Una volta separati i due pezzi di questa ipotetica chiusura lampo, volendola ricomporre, bisognerà utilizzare una sequenza di dentini perfettamente identica a quella della metà separatasi in precedenza. Infatti ciascun filamento di DNA, servendosi di alcune strutture in grado di sintetizzare le molecole necessarie, andrà a completarsi di nuovo accostandosi e legandosi ad una sequenza di proteine, con relativo filamento, identica a quella dalla quale si è separata. Si sarà ricostituito, pertanto, un doppio filamento identico a quello di origine. Anzi a questo punto i doppi filamenti di DNA saranno due, perfettamente identici tra loro e al doppio filamento originario. L’uguaglianza consisterà nel fatto che si avrà una sequenza di basi identica. Ed è proprio la sequenza di queste basi ad essere responsabile dei caratteri di quella cellula e dei futuri organismi viventi.


arispertoblogspot.com

Le due nuove catene a doppia elica si allontaneranno tra loro, all’interno del citoplasma e provocheranno l’allungamento del corpo della cellula la quale assumerà una forma allungata, simile ad una nocciolina, un poco schiacciata al centro. Questo schiacciamento si evidenzierà sempre più fino a determinare una evidente strozzatura con la conseguente formazione e separazione delle due nuove sferule. E’ in questo modo che miliardi di miliardi di esseri primordiali hanno cominciato a moltiplicarsi e a popolare le acque del nostro pianeta, adattandosi e differenziandosi nel corso di tempi lunghissimi.



 

16-Mangia mangia



 

Durante il Cambriano i mari sono popolati da macchine perfette, molto fantasiose nelle forme, ricche di invenzioni biologiche, capaci di affrontare le sfide in un ambiente sempre più competitivo. Si stanno evidenziando nella struttura profonde differenziazioni tra i vari segmenti del corpo: una testa con occhi e bocca, degli arti, un corpo, addirittura un abbozzo di spina dorsale. E’ la specializzazione di gruppi cellulari che si accentua sempre più con l’unico intento di tendere ad una competitività sempre maggiore. E’ grazie alla cooperazione tra gruppi cellulari diversamente specializzati che possono nascere funzioni e organi che da soli sarebbero incapaci di sopravvivere, ma che, inseriti in un sistema interconnesso, offrono prestazioni utilissime per la sopravvivenza dell’insieme: il movimento con i muscoli, la percezione con il sistema di fibre nervose, la digestione con stomaco e intestino, la depurazione con i reni, la replicazione con gli organi genitali. Insomma la singola cellula non deve più procurarsi il cibo da sola, perchè c’è qualcun altro che glielo procura, lo raccoglie, lo digerisce, lo porta a domicilio attraverso il sistema circolatorio e alla fine ne elimina anche gli scarti. Una volta risolto il problema del nutrimento e quindi della capacità di svolgere quei processi biochimici necessari alla sopravvivenza dell’organismo in toto, la singola cellula si è vista garantita anche l’immortalità, in quanto gli organi sessuali si sono assunti il compito di perpetuare, attraverso il meccanismo della riproduzione, il codice genetico di quella cellula nelle future generazioni. Paradossalmente, però, l’immortalità del patrimonio genetico cellulare, che si trasferirà di generazione in generazione dando origine sempre ad esseri simili, nell’ambito della stessa specie, coincide con la nascita della morte dell’individuo. Non è più una cellula che si divide in due dando origine a cellule perfettamente identiche alla cellula progenitrice; l’individuo ha delegato alle cellule degli organi sessuali il compito di dare origine ad individui di una nuova generazione, con lo stesso patrimonio genetico della generazione precedente.




Tutto ciò a prezzo della morte di quegli esseri non più in grado di riprodursi, al termine del loro ciclo vitale. Dalle descrizioni sommarie dei mari e della fauna che in quei tempi popolava i fondali, ci siamo fatti l’idea che, allora come ora, doveva essere intensa l’attività degli animali predatori. Tenendo fede al detto che “pesce grosso mangia pesce piccolo” ed essendo primordiale l’istinto di inglobare all’interno del proprio organismo del cibo e cioè materiale organico digeribile, doveva per forza di cose essere tutto un mangia mangia. A questo processo di inevitabile autodistruzione cui la fauna marina sarebbe andata incontro, con la progressiva scomparsa di predati e predatori, la natura ha posto rimedio con la riproduzione che, già da allora consentiva ad ogni essere di dare origine a un numero enorme di nuovi esseri. C’è sempre stato, pertanto, cibo in abbondanza nei mari del grazie allo stratagemma della enorme quantità di esseri capaci di venire al mondo da un solo essere. E’ così assicurato il pranzo per tutti ed una cospicua discendenza.





17-Spugne



 

Il primo esempio di esseri viventi pluricellulari formato da colonie di cellule che si sono messe insieme grazie alla cooperazione e alla specializzazione, è dato dalle spugne che ancora oggi, del tutto simili a quelle di allora, popolano i mari. Questi esseri viventi che, primi nella storia della evoluzione, raggiungono una grandezza che sta nell’ordine dei centimetri, sono composti da un tessuto rigido di carbonato di calcio che ha funzione di scheletro, e da un tessuto molle e gelatinoso che ha funzione di tessuto connettivo. Quest’ultimo si compone di cunicoli e canali che si intrecciano tra loro in modo inestricabile e che comunicano con l’esterno attraverso dei pori disposti sulla parete. Attraverso questi pori la spugna filtra grandi quantità di acqua grazie ad un “risucchio” determinato dal continuo movimento dei flagelli di alcune cellule interne; in questo modo esse inglobano cellule vaganti e particelle organiche che diventano cibo. Questo cibo, dopo essere stato lavorato dalle cellule flagellate, viene poi inglobato da altre cellule che si incaricano di trasportarlo attraverso i cunicoli e quindi espellerlo sotto forma di rifiuti. Altre cellule poi, hanno il compito di far  riprodurre la struttura di cui fanno parte dando origine ad un nuovo essere. Pur nella sua semplicità la spugna ci lascia intravedere la complessa organizzazione cellulare che sta alla base della composizione di un essere pluricellulare organizzato: colonie in cui ogni gruppo di cellule ha un suo compito e, quindi, una specializzazione.



spugna


Un vero esempio quindi di essere vivente in cui si sia sviluppata la cooperazione e la specializzazione. Due invenzioni che da adesso in poi saranno utilizzate da tutti gli esseri viventi. Sebbene le spugne siano un binario morto della evoluzione, nel senso che non hanno dato origine ad alcuna discendenza complessa e sono rimaste sempre le stesse per settecentomila anni fino ad oggi, esse sono un primo esempio di duttilità e plasticità delle proprie cellule che sarà alla base delle future specializzazioni cellulari negli organismi più sviluppati. In questi esseri marini, infatti, una qualsiasi dei miliardi di cellule che la compongono sarebbe in grado di staccarsi dal resto del corpo e dare origine ad altre cellule identiche per formare una nuova spugna  con le stesse caratteristiche della precedente, ma nello stesso tempo strutturalmente organizzata in maniera diversa. In futuro invece, come vedremo, la riproduzione sarà totalmente diversa. Non tutte le cellule saranno in grado di dare origine ad altri esseri, ma ci saranno quelle deputate a questo scopo, secondo un meccanismo sofisticato che con il tempo andrà affinandosi.



 

18-Meduse



 

A molti sarà capitato di imbattersi, camminando a piedi nudi sulla spiaggia, in una medusa e di schivarla istintivamente, pur sapendola morta, ma consci della pericolosità di questo essere nel suo ambiente naturale. Ebbene questo essere dalla struttura biancastra e dalla consistenza molliccia  avremmo potuto incontrarlo anche  camminando, per assurdo, sulle spiagge di 600 milioni di anni fa. I mari di allora erano molto popolati da questi esseri a forma di ombrello che vivevano negli strati superficiali e quindi potevano facilmente essere sospinti dal moto ondoso sulla spiaggia. E’ la prima forma di vita a sbarcare sulla terraferma, anche se in  maniera anomala. Le meduse, sono a forma di ombrello, presentano sul bordo le famose cellule urticanti, capaci di secernere un liquido in grado di uccidere piccole prede. Dal bordo dell’ombrello partono dei filamenti, mentre dal centro pendono i tentacoli che circondano l’orifizio buccale. La sua trasparenza lascia intravedere la struttura interna; diversamente dalle spugne, le meduse presentano una struttura molto ben organizzata ed è composta da setti e filamenti disposti in una perfetta simmetria raggiata nell’ambito della quale fanno la loro comparsa delle cellule che sono responsabili delle contrazioni dell’ombrello, dei tentacoli e dei filamenti disposti sulle cellule urticanti. Sono le prime cellule nervose e costituiscono il primo abbozzo di sistema nervoso che, per ora avrà il compito di permettere alla struttura di reagire agli stimoli esterni con contrazioni adeguate.






Non siamo più di fronte ad un essere che, come la spugna, semplicemente filtra l’acqua, inglobando tutto ciò che passa di organico nei paraggi. Le meduse usano le cellule urticanti e i filamenti per tramortire la preda, avvicinarla alla bocca con i tentacoli e ingerirla trasformandola in proteine, grassi e zuccheri. Come si può intuire esiste già una serie di movimenti finalizzati allo scopo di nutrirsi che richiedono un coordinamento d’insieme. Altra specializzazione che comincia ad evidenziarsi in maniera sempre più efficace, è quella delle cellule sessuali deputate alla riproduzione. Non più soltanto una semplice cellula che si stacca dal corpo per dare origine ad un altro organismo identico. La medusa è fornita, infatti, di testicoli ed ovaie, due semplici sacchetti o protuberanze che contengono cellule riproduttive maschili e femminili, che, espulse all’esterno, si incontreranno per dare origine a nuovi esseri. Per il resto la medusa non ha organi: oltre a cellule sensibili di tipo pseudo nervoso e ai primordiali organi riproduttivi, essa possiede dei muscoli in grado di contrarsi per reagire agli stimoli esterni e per procedere dentro l’ambiente acquoso. Non ha apparato circolatorio, respiratorio o escretore, cioè polmoni, cuore, intestino, nè cervello. Tuttavia la sua respirazione avviene, attraverso una membrana, facendo entrare ossigeno e uscire anidride carbonica. Come si vede, in un essere primordiale ma molto efficiente come la medusa, già si cominciano ad abbozzare quelle soluzioni tecniche che risulteranno innovative.



 

19-Vita dura





Una infinità di altri esseri dalle forme più strane fanno compagnia alle meduse. Ad esempio l’idra che ha una forma quasi identica alla medusa ma si presenta come un ombrello rovesciato e con i tentacoli rivolti all’insù. Le attinie, esseri colorati a forma di fiori che fanno ondeggiare lievemente i loro petali; le caravelle che, grazie ad un gruppo di cellule in grado di emettere un gas, riescono a galleggiare sul pelo dell’acqua. Un paesaggio così ricco di vita, forme, colori e movimenti, troverà la maniera di arricchirsi ulteriormente di forme viventi per un ulteriore periodo di duecento milioni di anni. Una vera e propria esplosione di forme viventi è in corso nei mari ; ma quello che più conta, per noi che oggi osserviamo e studiamo questi fenomeni, è che la vita diventa dura. Siamo nel periodo che geologicamente va sotto il nome di Cambriano, e, dopo essere stata per miliardi di anni “molle” la vita si sta costruendo le prime impalcature di supporto e di difesa destinate a diventare scheletri. Per i paleontologi sono delle vere e proprie impronte digitali in quanto i gusci, le conchiglie, le corazze, i rivestimenti rigidi, sono tutte cose che si fossilizzano e quindi giungono fino a noi. I mari del Cambriano sono accoglienti e tiepidi e sarebbe stato un piacere immergersi, per contrasto la terra è ancora deserta e lavica. Nel frattempo è ancora sotto il pelo dell’acqua che si svolge la nostra storia.





gusci e corazze         www.geometriefluide.com


Ormai gli oceani sono pieni di ossigeno e la vita può proliferare a tutti i livelli, indipendentemente dalla presenza o meno della luce del sole e del suo calore. Come si è detto ormai laggiù in fondo agli oceani la vita si è fatta dura ed infatti, accanto alle più svariate forme di esseri dalla consistenza molle, si cominciano a vedere strani vermiciattoli che procedono sui fondali protetti da un rivestimento duro a mò di corazza. Protetti all’interno di questo guscio, si sporgono o allungano strane proboscidi per catturare il cibo a loro necessario. Mezzi corazzati di vario tipo e forma spuntano un pò dappertutto sui fondali marini, alcuni dotati di aculei per difendersi dai predatori. Si sviluppano, in questo periodo tutta una serie di veri mostri marini dalle forme e dall’aspetto davvero inquietante. Degni di un autentico film dell’orrore, c’è la creatura con cinque occhi, simile ad un grappolo di funghi; quella a forma di salsicciotto e con degli aculei di difesa piazzati sul dorso; quella con la testa corazzata, gli occhi simili a due bottoni e il corpo affusolato da cui sporgono alcune paia di palette; quella con il corpo affusolato e rigonfio e munita di zampette con le quali cammina sul fondo melmoso; quella simile ad una lunga e stretta foglia argentea, agile e scattante, con un primitivo abbozzo di spina dorsale su cui si attaccano i muscoli. Tutti questi esseri dalle forme sempre più strane, nella loro infinita varietà, rappresentano una vera e propria svolta nella vita. Dopo le meduse e le idre, siamo passati ad individui che sono, in pratica, delle colonie super organizzate di cellule, racchiuse in un involucro e dotate di un’efficientissima divisione dei compiti. L’evoluzione di quei primitivi animali pluricellulari sarà avvenuta verso diverse direzioni, mettendo in atto tentativi di creare esseri efficienti, con risultati più o meno riusciti.




 

20-Fantasia





Quelle che durante il Cambriano popolano i mari, sono delle macchine perfette, molto fantasiose nelle forme, ricche di invenzioni biologiche, capaci di affrontare le sfide in un ambiente sempre più competitivo Mi vengono in mente, a tal proposito le sfilate d’alta moda. Non credo che la gente comune avrà mai occasione di indossare gli abiti creati dagli stilisti. Tuttavia nei laboratori delle sartorie dell’alta moda, dove i creativi si danno da fare, ad inventare nuove forme e nuove soluzioni, si opera con la consapevolezza che, solo con questa continua ricerca del nuovo e dell’assurdo, possono scaturire idee e soluzioni da applicare alla moda di tutti i giorni. Così la vita evolve proprio grazie alla continua ricerca che un particolare meccanismo  permette di operare tra infinite soluzioni possibili. Per restare in metafora, nel variopinto e rumoroso mondo della Formula uno dove i meccanici e i tecnici sono alla continua ricerca di soluzioni estreme, ai limiti del consentito, ed esperti piloti rischiano la vita, per propria libera scelta, utilizzando materiali





player gioconews

e soluzioni tecniche  sempre più innovative, tutto avviene anche con un preciso scopo. Quelle soluzioni che verranno giudicate più adatte, saranno adottate poi per la costruzione delle auto da immettere sul mercato. Saranno auto che risponderanno il più possibile ai requisiti di sicurezza e ad altri parametri ritenuti necessari dagli esperti e dai fruitori del prodotto finito. Era ovvio pertanto che, nel nostro mare primordiale, una volta formatasi, per montaggi successivi, una forma elementare di vita, capace di sostenersi autonomamente e di riprodursi, l’unico sistema per far progredire la vita e dare ad essa un senso, era quello di provare tutte le soluzioni possibili e immaginabili e tutte le forme che una bizzarra intuizione potesse immaginare. Così come la realtà è più romanzata di un romanzo e persino di una telenovela, così la fantasia che gli esseri viventi hanno avuto nel corso dei secoli ed ancora avranno in futuro è stata e sarà piena di sorprese che neanche il romanziere più fantasioso è in grado di immaginare. La vita, vedremo, le proverà di tutte per offrire ad un meccanismo che spiegheremo nei dettagli, di scegliere la soluzione più adatta. E soltanto il più adatto sarà degno di continuare a procreare grazie alla sua maggiore longevità. Esso però non sarà destinato a vivere grazie alla sua discendenza, in eterno, perché le condizioni ambientali potranno mutare e così muterà anche la sua richiesta verso gli esseri venuti al mondo. Sarà la continua e mutevole richiesta dell’ambiente nei confronti degli esseri viventi a determinare la loro evoluzione verso esseri sempre più complessi e sofisticati. Ma la nascita di sempre nuove forme non portò solo alla nascita di esseri più complessi, ma anche a qualcos’altro.

 

 

 



LA STORIA CONTINUA IL MESE PROSSIMO CON LA QUINTA PUNTATA...
MA INTANTO VORREI SOTTOPORVI LA BIBLIOGRAFIA GENERALE CHE MI HA INDIRIZZATO NELLO SCRIVERE QUESTA "STORIA DELLA MATERIA"






Gli ultimi tre minuti
Paul Davies
Il respiro della terra
Forese carlo Wezel
C'è spazio per tutti
Piergiorgio Odifreddi
Ai confini della vita
Vittorio Ravizza
La mente e le menti
Daniel Dennett
Il filo conduttore
Parisi-Tonello
Da zero a tre anni
Piero Angela
Perché non possiamo non dirci Darwinisti
Edoardo Boncinelli
Da zero a infinito. La grande storia del nulla
John D Barrow
I figli innaturali
David M Rorvik
La donna che mor dal ridereì
Ramachandran-Blakeslee
Quando comincio io?
Norman M Ford
Teorie del tutto
John D Barrow
Rinascimento prossimo venturo
Roberto Vacca
Cosa resta da scoprire
Giovanni F Bignami
Quark economia
Piero Angela
L'origine dell'uomo
Charles Darwin
Perché credo in colui che ha fatto il mondo
Antonino Zichichi
X-Files Scienza estrema
Michael White
Wonderwoman e Superman
John Harris
Ripensare la vita
Peter  Singer
I buchi neri. La fine dell'universo
John Taylor
La ricerca di Eva
Fabrizio Ardito    Daniela Minerva
Fermare il tempo
Enrico Trezzi
Il grande, il piccolo e la mente umana
Roger Penrose
Breve storia di quasi tutto
Bill Bryson
Il fiume della vita
Richard Dawkins
Preistoria dell'uomo
Lewis R Binford
Perché dobbiamo fare più figli
Piero Angela
Come io vedo il mondo
Albert Einstein
Dio e la scienza
Jean Guitton
I limiti dello sviluppo
Club di Roma
Geni e comportamento
Clark-grunstein
Piccolo atlante celeste
Giangiacomo Gandolfi
ALDILA'
Roberto Giacobbo
L'energia nucleare
Luigi de Paoli
L'Europa della preistoria
Renfrew
Nuove frontiere
Isaac e Janet Asimov
Intelligenza artificiale e metodo scientifico
Gillies
La bomba biologica
Taylor
L'ultima risposta di Einstein
 
Quando i cavalli avevano le dita
Stephen Jay Gold
la luna di Einstein
David Lindley
Dal Big Bang alle galassie
 
Non sparate sulla scienza
R Dunbar
Breve storia della scienza
Eirich Newth
Infinito
Tullio Regge
Non siamo solo di questo mondo
Hoimar von Ditfurth
Il lungo viaggio dell'uomo
Spencer  Wells                                                                                                                                                                                                            
Il punto di svolta
Fritjof Capra
Theilard de Chardin
Claude Cuenot
Antologia filosofica
Severino
Teoria della conoscenza
Russell
La cura che viena da dentro
Angelo Vescovi
Un' occhiata alle carte di DIO
Giancarlo Ghirardi
L'orologiaio cieco
Ricchard Dawkins
La stella più lontana
 
IL vangelo secondo la scienza
Odifreddi
Paura della fisica
Lawrence Krauss
Breve storia del futuro
Eirik Newth
I misteri dell'universo
Peter e Caterina Kolosimo
Seconda stella a destra
Amedeo Balbi
Il medioevo prossimo venturo
Vacca
L'alba del complrtamento umano
Alberto e Anna Oliveiro
la vita nell'universo di darwin
genebylinsky
L'enigma del dinosauro
John N. Wilford
Povere bestie
Silvana Castignone
Raccontare la Scienza
Piero Angela
Così parlò Nostradamus
Renucio Boscolo
Le origini dell'uomo
C. Darwin
La Bibbia aveva ragione
Werner Keller
La scienza e la pace
Oppenheimer, Einstein, Russell
Charles Darwin
Giuseppe Montalenti
Il vagabondo delle scienze
Isaac asimov
La particella di Dio
Leo Lederman
Il primo uomo
Kurten
Il mio infinito
Marghrita Hack
L'animale irrazionale
Danilo Mainardi
Figli di caino
Carlo Maria Martini
l'embrione
giovanni maria pace
genesi e big beng
gerald l. schroeder
Il codice della vita
Kevin Davies
L'universo e l'origine della vita
Daniel L. Altshuler
Alice nel paese dei quanti
Robert Gilmore
L'armonia meravigliosa
Edward O. Wilson
La ricerca di Dio
Paul Johnson
La teoria delle catastrofi
A.Woodcock  M. Davia
L'uomo primitivo
Boas
L'origine della vita
Francis Crick
La scienza non ha bisogno di Dio
Edoardo Boncinelli
Libera scienza in libero stato
Margherita Hack
Le metamorfosi della terra
Augusto Biancotti
Dal big bang ai buchi neri
Stephen Hawking
Alla conquista dello spazio
Francesco Valitutti
Insalate di matematica
Silvia Benvenuti
Il modello biologico
Ernst Mayr
Il paradiso clonato
Lee M. Silver
Darwin
Elena Milano
Dal big bang ai buchi neri
Stephen Hawking
La musica delle stelle
Fiorella Terenzi
L'occhio della mente
Nicholas Humphrey
Nel cosmo alla ricerca della vita
Piero Angela
La grande svolta
E. E. Vardiman
I signori del tempo
John Boslough
Perché accade ciò che accade
Andrea Frova
Angeli, Dei, Astronavi
Roberto Pinotti
Il canone della scienza
Natalie Angier
Bravo Brontosauro
Stephen Jai Gould
E l'uomo venne sulla terra
Fiorenzo Facchini
Il collasso dell'universo
Isaac asimov
Il giardino delle particelle
Gordon Kane
Vi racconto l'astronomia
Margherita Hack
Le origini dell'umanità
Richard Leakey
La ragazza e il professore
Jean Claude Carrière
Gli alberi non crescono fino in cielo
Stephen Jay Gould
Uomini e bestie
Ettore Tibaldi
Chi siamo
Luca e Francesco Cavalli-Sforza
L'uomo dei quanti
Lawrence Krauss
Storia di Dio
Karen Armstrong
Breve storia dell'uomo
Gerhard Staguhn
La mente di Dio
Paul Davies
L'origine dell'universo e l'origine della religione
Fred Hoyle
La mente nuova
Roger Penrose
La freccia del tempo
P. Coveney  R. Highfield
I pilastri del tempo
Stephen Jay Gould
Viaggi nella scienza
Piero Angela
Storia della scienza moderna
Maurizio Mamiani
Il matematico impertinente
Piergiorgio Odifreddi
Tutto, e di più
David Foster Wallace
Il più grande spettacolo della terra
Richard Dawkins
Il secolo Biotech
Jeremy Rifkin
Ascoltare l'universo
Alfred Tomatis
Bravo Brontosauro
Stephen Jay Gould
Perché la scienza
Luca e Francesco Cavalli-Sforza
Dio e la religione
Bertrand Russel
La macchina per pensare
Piero Angela
Il mistero Uomo
John C. Eccles
Le menzogne di Ulisse
Piergiorgio Odifreddi
Il racconto dell'uomo
Arnold J. Toynbee
Bollicine di futuro
Autori Vari
Scienze ed emergenze planetarie
Antonino Zichichi
L'arcobaleno della vita
Richard Dawkins
Passeggiata aleatoria
Nuno Crato
L'iniverso sapiente
gerald l. schroeder
T.Rex e il cratere dell'apocalisse
Walter Alvarez
Dio e la scienza moderna
Roberto Timossi
La straordinaria storia della vita sulla terra
Piero e Alberto Angela
Oceano il gigante addormentato
Piero Angela -Lorenzo Pinna
Lo spazio è una questione di tempo
Albert Einstein
L'origine delle specie
Charles Darwin
Pensieri di un uomo curioso
Albert Einstein
La Bibbia per tutti
Kenneth C. Davis
Dizionario di filosofia
Gremesè -Larousse
L'universo invisibile
Isaac asimov
Il cervello, la mente e l'anima
Edoardo Boncinelli
Storia della terra
Claude Allègre
Una fortuna cosmica
Paul Davies
La straordinaria avventura di una vita che nasce
Piero e Alberto Angela
Profezie oltre il 2000
Roberto Pinotti
Quadri della natura
Alexander Von Humboldt
Le origini dell'uomo
Fondazione Pfizer
La tribù di Caino
Franco Prattico
Dio e la nuova fisica
Paul Davies
Al di là di ogni ragionevole dubbio
Sean B. Carrol
Invenzioni e inventori
Charles Pinati
L'avventura dell'uomo
Fiorenzo Facchini
Mondi possibili
Freeman Dyson
Breve storia del mondo
Ernst H. Gombrich
Dal caos … alla coscienza
Franco Prattico
Il cielo sotto la terra
Ettore Perozzi
Nel buio degli anni luce
Piero Angela
Gli umani prima dell'umanità
Robert Foley
Nulla succede per caso
Robert H. Hopcke
La grande storia del tempo
Stephen Hawking
Domani!
Isaac Asimov
Dinosauri
Scientific American
Da dove viene la vita
Paul Davies
Dalla nascita del linguaggio alla babele delle lingue
Robin Dunbar
La prova matematica dell'inesistenza di Dio
John Allen Paulos
I primi tre minuti
Steven Weinberg
La nostra specie
Marvin Harris
Ragione per cui
Andrea Frova
Premi e punizioni
Piero Angela
La scienza divertente
Caprara- Belloni
Grande come l'universo
Isaac Asimov
Segni di vita
Susan e Robert Jenkins
Corpo e libertà
Amedeo Santosuosso
Impossibilità
John D. Barrow
In principio era Darwin
Piergiorgio Odifreddi
Civiltà extraterrestri
Isaac asimov
Inizio del tempo e fine della fisica
Stephen Hawking
La gioia del pensiero
A. Einstein
L'origine dell'universo e l'origine della religione
Fred Hoyle
L'immaginazione della natura
Natalie Angier
L'uomo e la marionetta
Piero Angela
Il perché non lo so
Margherita Hack
Paleontologia generale
Aart Brouwer
Il caso e la necessità
Jacques Monod
La società suicida
Gordon Rattray Taylor
Il primo uomo
Bjorn Kurten
La sfida e la visione
Ervin Laszlo
Atmosfera Istruzioni per l'uso
Pero Angela- Lorenzo Pinna
Siamo soli?
Paul Davies
Le sette meraviglie del cosmo
Jayant Vishnu Narlikar
Dal big bang ai buchi neri
Stephen Hawking
Charles Darwin
Giuseppe Montalenti
Bioetica laica
Umberto Scarpelli
Il computer di Dio
Piergiorgio Odifreddi
La fine delle certezze
Ilya Prigogine
L'irresistibile fascino del tempo
Antonino Zichichi
Un saggio mi ha detto
Alessandro Cecchi Paone
Come costruire una macchina del tempo
Paul Davies
Miliardi e miliardi
Carl Sagan
Quale futuro?
Aurelio Peccei
Charles Darwin
Giuseppe Montalenti
Eta: Quattro miliardi di anni
Richard Fortey
I misteri del tempo
Paul Davies
Clima rovente
Ross Gelbspan
Il mondo infestato dai demoni
Carl Sagan
Cloni
Gina Kolata
L'universo come opera d'arte
John D. Barrow
La strategia della genesi
Stephen H. Schneider
L'origine delle specie
Charles Darwin
La più bella storia del mondo
Autori vari
Viaggio nel mondo del paranormale
Piero Angela
La scienza della felicità
Francesco e Luca Cavalli Sforza
Prima del big bang
Martin Bojowald
La formula segreta dell'universo
Peter Plichta
La straordinaria storia dell'uomo
Piero e Alberto Angela
Viaggio nel cosmo
Piero e Alberto Angela
Il comportamento degli animali
R.e B. Chauvin
Un fisico in salotto
Guido Corbo
Cinque ipotesi sulla fine del mondo
Lorenzo Pinna
La chiave segreta per l'universo
Lucy e Stephen Hawking
Ordine e disordine
Luciano De Crescenzo
La faccia
Daniel McNeill
La sfida del secolo
Piero Angela e Lorenzo Pinna
Misteri antichi
Michael Baigent
La favola dell'universo
Coyne-Giorello-Sindoni
La vasca di Archimede
Piero Angela
Il futuro dell'energia
Valerio Rossi Albertini-Mario Tozzi
Dizionario degli esseri umani fantastici e articiciali
Vincenzo Tagliasco
La delusione tecnologica
Orio Giarini-Henri Loubergé
Identikit del cervello
Luciano Mecacci
La gaia scienza
F. W. Nietzsche
Poesia dell'universo
Robert Osserman
Buchi neri e universi neonati
Stephen Hawking
Le biotecnologie
Marcello Buiatti
I limiti della popolazione mondiale
Lester R. Brown
Organismi geneticamente modificati
Anna Meldolesi
Le domande della vita
Fernando Savater
I sei numeri dell'universo
Martin Rees
Niente di questo libro è vero
Bob Frissell
La bellezza e la scienza
Enzo Tiezzi
Le menzogne di Ulisse
Piergiorgio Odifreddi
L'evoluzionista riluttante
David Quammen
Breve storia della conquista dello spazio
Daniele Bedini
Bioetica
Gianna Milano
Einstein
Jeremy Bernstein
La vita meravigliosa
Stephen Jay Gould
Il cosmo intelligente
Paul Davies
La fisica sotto il naso
Andrea Frova
Il brodo primordiale
Riccardo Pazzaglia
Filosofia nuove istruzioni per l'uso
Ermanno Bencivenga
Viaggiatori del tempo
Peter Kolosimo
La nostra specie
Marvin Harris
l'universo alle soglie del duemila
Margherita Hack
L'infinito
Antonino Zichichi
 
 

 

domenica 5 luglio 2015



   
...un passo evolutivo molto importante: la nascita della morte. Le cellule non riproduttive sono destinate a morire. Nel corso della  evoluzione degli individui, mettendosi  a vivere insieme, hanno cominciato a dividersi i compiti, e alcune cellule hanno cominciato a specializzarsi nella riproduzione. Si è così passati da minuscoli individui solitari ed auto sufficienti, che si riproducevano per sdoppiamento, a individui sociali, uniti insieme in strutture più grandi che delegavano la riproduzione ad alcuni di essi. Questo ha voluto dire appunto la comparsa della morte.

Piero Angela

 





Prime forme di vita

 

 

In fondo all'oceano

Dove si parla di come nascono le prime cellule, capaci di nascere riprodursi e morire; dell'esplosione dei batteri, e della conquista dell'immortalità. Della loro capacità di associarsi e di inventarsi...

9-Cellule

Gli organuli vaganti negli oceani primordiali, sebbene fragili, si rivelano strutture in grado di permettere il continuo progredire delle reazioni chimiche che sono alla base della costruzione del vivente. Ci troviamo di fronte a degli esseri viventi molto primitivi, ancora molto lontani dalla complessità di una singola cellula. Dei forellini sulla parete permettono di mettere in comunicazione l’esterno con l’interno dove c’è un liquido denso, il citoplasma, tutto povero e disadorno. Sembra una stanza quasi priva di mobili, i pochi mobili sono quelli essenziali per sopravvivere. Vi sono solo macromolecole, enzimi, RNA. Non esiste il nucleo destinato a racchiudere il patrimonio genetico. Il filamento di DNA è semplicemente addensato in una regione del citoplasma. Per un numero interminabile di anni queste cellule primordiali, prive di nucleo ma capaci di riprodursi, rimasero padrone incontrastate della scena acquatica sul nostro pianeta. Quel mare primordiale continuò ad essere abitato soltanto da queste cellule per più di 2 miliardi di anni. Per tutto questo tempo esse continuarono a nascere e riprodursi. Per muoversi più efficacemente nell’acqua, nonostante esse fossero già mosse dal moto ondoso dell’oceano, alcune di esse riuscirono a sviluppare dei piccoli filamenti composti di molecole con particolari proprietà, i quali funzionavano da remi. Come dei piccoli propulsori acquatici, essi permettevano al corpo cellulare di avanzare e di muoversi nell’acqua sfruttando il movimento ondulatorio di queste ciglia. Mangiare poi, per queste cellule non era un problema. Il mare, già in quel remotissimo tempo, era una tavola imbandita e piena di cibo; il materiale organico era abbondante a causa dei processi che avvenivano nell’atmosfera. L’energia solare, i fulmini, reagendo con i gas primitivi della atmosfera, facevano piovere senza sosta sui mari una manna di molecole complesse e nutrienti che queste cellule riuscivano ad attaccare e scomporre in mattoncini utili per il proprio ricambio e per la propria crescita.



da Zanichelli.it

 Dopo 500 milioni di anni, gli oceani brulicano di piccolissimi sacchettini trasparenti, microrganismi della grandezza di qualche millesimo di millimetro, invisibili ad occhio nudo, che fluttuano mossi dal movimento ondoso. Si toccano, si sfiorano, si scontrano, a volte si compenetrano uno nell’altro scambiandosi quello che si trova al loro interno: filamenti di molecole e strutture di vario tipo in continua e incessante trasformazione. Ad un tratto una sacca, diventata più grande delle altre, subisce una trasformazione insolita: la sfera prende ad appiattirsi nella zona centrale per dare origine a due distinte sfere che si staccano l’una dall’altra. Come in un gioco di prestigio da un sacchetto se ne sono formati due, ciascuno dei quali è perfettamente autonomo, con un lavorio interno identico a quello del sacchetto primitivo e perfettamente in grado di ripetere il giochetto di prima. Abbiamo assistito alla nascita della capacità di un organismo vivente di replicare se stesso.
10-Batteri
La impressionante proliferazione dei batteri (cellule primitive senza nucleo) e la loro crescita apparentemente senza sosta, conobbe ad un certo punto una battuta d’arresto in quanto esse erano capaci soltanto di consumare il cibo che trovavano sulla loro strada, e non erano in grado di produrne a loro volta. A un certo punto sarebbe sorto un problema di esplosione demografica con conseguente limitazione delle risorse alimentari. In quel brodo primordiale si presentò lo stesso problema che si presenta in questo periodo per noi uomini, non si può continuare a crescere al di là delle risorse disponibili, senza entrare in crisi. Se si vuole continuare nello sviluppo, bisogna inventare nuove tecnologie, in modo da creare nuove risorse. Ci fu, allora, un passaggio di consegne da queste primitive cellule senza nucleo, capaci solo di assimilare le sostanze sparse nell’ambiente e trasformarle mediante un processo di fermentazione, a un altro tipo di cellule, un poco più complesse, capaci di produrre da sè il cibo necessario per vivere mediante un processo di montaggio e smontaggio. Esse altro non sono che i lontani progenitori dei batteri. Questi semplicissimi esseri viventi che ancora oggi vivono ovunque, riempiendo tutte le nicchie ecologiche del pianeta, continuano ad essere cellule senza nucleo, hanno un citoplasma semplice, una membrana primitiva e dimensioni  di millesimi di millimetro. I nuovi esseri di circa 3 miliardi di anni fa sono dei “fotosintetizzatori”.



Dal sito Gaianews.it

 Attuano cioè un meccanismo consistente nella creazione di molecole organiche (cioè cibo), estraendo il carbonio dall’anidride carbonica disciolta nell’acqua e l’idrogeno dal solfuro di idrogeno. Questo composto organico doveva essere molto abbondante all’epoca, in quanto i fondali marini pullulavano di sorgenti calde maleodoranti provenienti dagli strati sottostanti della crosta terrestre e dovuti alla attività vulcanica. In seguito però queste cellule dovettero imparare a ricavare la molecola di idrogeno (H) semplicemente spaccando la molecola dell’acqua (H2O). Con queste due molecole le cellule creavano vari composti tra cui i carboidrati necessari per la loro alimentazione e, quindi, per vivere utilizzando l’energia del sole. Per ogni molecola di acqua spaccata, e quindi, due atomi di idrogeno (H) utilizzati, però, rimaneva una molecola di ossigeno (O). Esso andava accumulandosi negli oceani depositandosi dapprima sul fondo. Poi l’ossigeno si diffuse nell’acqua stessa dei mari, ed infine, dopo più di un miliardo di anni, cominciò ad invadere lentamente l’atmosfera. Comincia il primo grande inquinamento della storia; questo gas di scarico, assolutamente velenoso per quelle primordiali forme di vita che abbiamo visto fin’ora, dopo aver invaso l’oceano, raggiungerà nell’aria una tale percentuale da modificarne la composizione e da creare, ad alta quota, il famoso schermo di ozono, capace di filtrare la radiazione ultravioletta (e preparare così lo scenario dello sbarco della vita sulla terraferma).

11-Tre tipi

A causa della invasione del velenoso gas di scarico denominato ossigeno, stanno scomparendo le cellule che non sono in grado di far fronte alla nuova situazione, e  sta nascendo un nuovo tipo di cellula: una cellula capace di convivere con l’ossigeno, anzi persino di utilizzarlo come carburante. Questa nuova cellula, detta aerobica, trae dagli scarti organici diciotto volte più energia di quella che potrebbe realizzare con la sola fermentazione, partendo dalla stessa quantità di materiali. Con questa semplice invenzione biochimica siamo agli albori della respirazione. Si sta quindi delineando un nuovo assetto dentro gli oceani di 1,5 miliardi di anni fa. Sono cioè presenti tre precisi e distinti modelli di vita, basati ciascuno sulla fermentazione, sulla fotosintesi e sulla respirazione. Sono, in pratica, i lontani progenitori dei funghi, delle piante e degli animali. I primi, fermentano la materia organica senza respirare ossigeno, si sono bene adattati a vivere nelle caverne in cui si sono rintanati e ancora oggi vivono, senz’aria, nei fondali lacustri, nelle sorgenti termali, nel tubo digerente degli animali, e rivestono un ruolo molto importante nei processi di decomposizione delle materie organiche. Le seconde, producono ossigeno grazie alla fotosintesi clorofilliana e lo utilizzano anche; i terzi, non sanno produrre ossigeno ma lo utilizzano come energia per mangiare, vivere, riprodursi. A questo punto la situazione sulla terra, o meglio negli oceani è questa. La vita non è più segregata a più di dieci metri di profondità e dentro zone costiere protette; ora può diffondersi anche in mare aperto e senza timore di essere sospinta in superficie. Ormai l’ossigeno della atmosfera filtra i raggi ultravioletti provenienti dal Sole e, pertanto, essi sono meno nocivi e non sono più in grado di far sentire il loro effetto negli strati più superficiali della massa d’acqua che avvolge il pianeta. Nuovi e più immensi spazi si sono aperti per le nuove forme di vita che vanno popolando i mari.



Haeckel discomedusae
Esseri fantastici nei mari primordiali


 Ecco stranissime forme viventi che vagano ovunque, simili a piccole mongolfiere; altre forme di vita sono simili a dei dirigibili muniti di due lunghi flagelli mobili nella parte posteriore che, come un’elica, forniscono la propulsione; ecco un’altra forma, più tondeggiante e senza flagelli, si muove come un sacco che si deforma in continuazione. Più in là un salsicciotto fila via avvitandosi su se stesso con movimenti a spirale. Sono tutte forme che, ad occhio e croce possono essere dieci volte più grandi di quelle cellule primordiali senza nucleo che popolavano i fondali di questi stessi mari più di due miliardi di anni prima. Un vero zoo in miniatura si agita in queste acque; strani esseri dalle forme più incredibili formicolano dappertutto, alcuni lenti, altri più veloci, alcuni somiglianti a bicchieri trasparenti, altri a dischi volanti, altri ancora a cappelli o a fiaschi rovesciati e muniti di tentacoli. Questi nuovi esseri sono i cosiddetti protozoi ed hanno tutti una particolarità: presentano all’interno una piccola massa scura chiamata nucleo.

12-Immortalità

Nei mari del Cambriano, si stanno già evidenziando nella struttura d’insieme profonde differenziazioni tra i vari segmenti del corpo: una testa con occhi e bocca, degli arti, un corpo, addirittura un abbozzo di spina dorsale. E’ la specializzazione di gruppi cellulari che si accentua sempre più con l’unico intento di tendere ad una competitività sempre maggiore. E’ grazie alla cooperazione tra gruppi cellulari diversamente specializzati che possono nascere funzioni e organi che da soli sarebbero incapaci di sopravvivere, ma che, inseriti in un sistema interconnesso, offrono prestazioni utilissime per la sopravvivenza dell’insieme: il movimento con i muscoli, la percezione con il sistema di fibre nervose, la digestione con stomaco e intestino, la depurazione con i reni, la replicazione con gli organi genitali. Insomma la singola cellula non deve più procurarsi il cibo da sola, perchè c’è qualcun altro che glielo procura, lo raccoglie, lo digerisce, lo porta a domicilio attraverso il sistema circolatorio e alla fine ne elimina anche gli scarti. Una volta risolto il problema del nutrimento e quindi della capacità di svolgere quei processi biochimici necessari alla sopravvivenza dell’organismo in toto la singola cellula si è vista garantita anche l’immortalità, in quanto gli organi sessuali si sono assunti il compito di perpetuare, attraverso il meccanismo della riproduzione, il codice genetico di quella cellula nelle future generazioni.




esseri pluricellulari

 Paradossalmente, però, l’immortalità del patrimonio genetico cellulare, che si trasferirà di generazione in generazione dando origine sempre ad esseri simili, nell’ambito della stessa specie, coincide con la nascita della morte dell’individuo. Non è più una cellula che si divide in due dando origine a cellule perfettamente identiche alla cellula progenitrice. L’individuo ha delegato alle cellule degli organi sessuali il compito di dare origine ad individui di una nuova generazione, con lo stesso patrimonio genetico della generazione precedente. Tutto ciò a prezzo della morte di quegli esseri non più in grado di riprodursi, al termine del loro ciclo vitale. Allora, come ora, doveva essere intensa l’attività degli animali predatori.
Tenendo fede al detto che “pesce grosso mangia pesce piccolo” ed essendo primordiale l’istinto di inglobare all’interno del proprio organismo del cibo e cioè materiale organico digeribile di cui i mari ormai abbondavano, doveva per forza di cose essere tutto un mangia mangia. A questo processo di inevitabile autodistruzione cui la fauna marina sarebbe andata incontro, con la progressiva scomparsa di predati e predatori, la natura ha posto rimedio con la riproduzione che, già da allora consentiva ad ogni essere di dare origine a un numero enorme di nuovi esseri. C’è sempre stato, pertanto, cibo in abbondanza nei mari del Cambriano come nei mari di oggi grazie allo stratagemma della enorme quantità di esseri capaci di venire al mondo da un solo essere. E’ così assicurato il pranzo per tutti ed una cospicua discendenza.
13-Cooperazione

Siamo in un periodo che va da un miliardo a ottocento milioni di anni fa, e, a dispetto della pace e del silenzio che regna incontrastato fuori dall’acqua, rotti soltanto dal rumore dei fenomeni atmosferici e vulcanici, divenuti peraltro più rari, dentro l’acqua invece c’è un immenso e inesauribile brulichio di forme viventi che con il passare del tempo diventano sempre più complesse. All’interno di questo fantastico e microscopico zoo popolato da esseri dalle forme sempre più bizzarre e impensabili, si cominciano a verificare situazioni di competizione per cui, quegli esseri che sono in grado di farlo, riescono a sopraffare altri meno veloci o meno dotati. Alcuni esseri si ritrovano addirittura uniti in colonie per poter affrontare con maggior sicurezza i pericoli disseminati sulla strada della vita. (L’unione fa la forza). All’interno di questi veri e propri condomini di esseri viventi di dimensioni gigantesche (anche mezzo millimetro), a volte si notano delle macchie di concentrazioni di individui che pian piano si staccano dal resto e si allontanano per dare origine ad una nuova colonia di individui. E’ la prima forma di specializzazione e di divisione dei compiti: quel gruppo di cellule staccatesi dal resto dell’organismo pluricellulare, non era altro che una parte di tutto il sistema destinato a compiere un atto riproduttivo che darà origine ad un nuovo individuo con più cellule. E’ la nascita della specializzazione e della divisione dei compiti all’interno di una comunità di cellule unite insieme per formare un unico individuo pluricellulare. Abbiamo visto nascere, qualcosa di molto importante: una ingegnosa soluzione che permetterà alla vita di viaggiare verso forme più complesse ed efficienti.



cellule di tessuto muscolare da wikipedia


Per miliardi di anni quella singola cellula senza nucleo, riprodottasi in un numero sterminato di esemplari, sballottati dal naturale movimento degli oceani, si è divertita ad assumere le forme più bizzarre, forse alla inconsapevole ricerca di una forma o una soluzione tecnica utile per risultare più efficiente. Una forma tale da permettere ad un essere vitale di primeggiare e di sopraffare tutti gli altri esseri che affollavano quell’ambiente in cui, l’acqua stessa, in continuo movimento, si incaricava di plasmare forme  e di proporre soluzioni. Già abbiamo avuto modo di vedere che, rispetto ad un elemento nuovo come l’ossigeno, prodotto dagli stessi esseri vitali, e disciolto prima nell’acqua e poi nell’atmosfera, gli esseri viventi unicellulari di quel tempo trovarono la soluzione ideale che permetteva loro di...tirare a campare. Altre soluzioni, evidentemente, non sarebbero state possibili, e solo quelle avrebbero dato origine ad una discendenza di individui con le stesse soluzioni tecniche adottate dai progenitori. Vedremo che, da adesso in poi, sarà un continuo gioco tra una vita che propone le soluzioni e le forme più disparate ed un ambiente che accetta o respinge le varie soluzioni consentendo a questo o a quell’essere di assicurarsi il predominio dell’ambiente stesso e, quindi una discendenza.
14-Nucleo
Dopo 3 miliardi di anni di prove, dopo una lunga stagione in cui la nostra cellula primitiva le ha provate veramente tutte, nasce la fondamentale invenzione del nucleo. Quella piccola massa scura all’interno del citoplasma cellulare contenente il codice necessario per dare le informazioni circa le caratteristiche dei futuri discendenti di quella cellula. Vi sono contenuti i segreti della cellula e quelle informazioni utili che permettono ad essa di replicarsi secondo precise disposizioni. Queste disposizioni, o meglio, informazioni, sono contenute, come già sappiamo, nel DNA, che se ne sta raggomitolato all’interno del nucleo ed è molto più lungo di quello originario, circa mille volte di più, in quanto numerosissime sono le informazioni che contiene, vista la complessità di questi nuovi esseri. Oltre ad esso si forma anche tutta una serie di organuli ed organelli disseminati nel citoplasma, ciascuno dei quali avrà una funzione ben precisa, ma finalizzata al buon funzionamento della macchina cellulare. Ci sono i ribosomi destinati a produrre le proteine su ordinazione del DNA; i mitocondri che forniscono l’energia necessaria per le funzioni cellulari; i vacuoli o vescicole che hanno funzione di deposito ed attività digestiva; il reticolo endoplasmatico, sistema complesso di tubuli ramificati che secerne sostanze necessarie per la vita della cellula.





"Struttura della cellula animale" di user:Giac83 - own edit of original work by MesserWoland and Szczepan1990, created with Inkscape, based on the graphics from en wiki. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons - http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Struttura_della_cellula_animale.svg#/media/
File:Struttura_della_cellula_animale.svg


 Nell’ambito di una singola cellula la specializzazione è diventata quindi una soluzione tecnica vincente, in quanto consente a più strutture singolarmente inefficienti, di diventare efficienti una volta assemblate tra loro in una unica entità funzionale. Ma da ora in poi,  nella storia della evoluzione sarà spesso così: la cooperazione sarà la base per soluzioni idonee a permettere una sopravvivenza che, altrimenti, sarebbe gravemente compromessa se non addirittura impossibile. Ed infatti la successiva invenzione evolutiva si basa proprio su queste due soluzioni: cooperazione e specializzazione. Tutti i compiti che una cellula poteva assolvere venivano ormai da essa assolti in maniera egregia da milioni di anni: insomma la cellula era diventata un essere completo ed efficiente. Più cellule presero a cooperare tra loro, animate comunque sempre dallo stesso fine: quello di nutrirsi e di riprodursi. Nascevano così gli esseri pluricellulari di cui un esempio sono quegli abitanti dalle forme più strane che popolavano i mari di un miliardo di anni fa. Gli individui pluricellulari che verranno, avranno cellule sempre più specializzate ed organizzate che costituiranno la struttura di piante e animali. Ci troviamo in un periodo che può essere datato 700/600 milioni di anni fa e negli oceani la vita, ormai, oltre a brulicare in modo diffuso e a livello microscopico, ha cominciato ad assumere forme e dimensioni visibili ad occhio nudo.
 

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ALLA QUARTA PUNTATA

lunedì 8 giugno 2015

Viviamo su un pianeta che è quasi perfetto
per la vita, né troppo caldo, né troppo freddo.
 Illuminato da un sole benevolo e bagnato
 da fresche e dolci acque. Un pianeta che gira
 amabilmente su se stesso ed è un tripudio di
 piante e dorati raccolti. Si purtroppo vi sono
anche deserti, catapecchie, fame e miseria
terribili, ma basta dare una occhiata alla
concorrenza per capire che, in confronto
alla maggior parte dei mondi, il nostro
è un paradiso.
 
Richard Dawkins














Posto privilegiato

La vita sulla terra




Dove si parla della esplosione di una supernova che dà origine al nostro sistema solare composto da nove pianeti tra cui la terra, dove, dopo la formazione di una atmosfera, nascerà la vita, una forma particolare di materia capace di nascere, vivere riprodursi e poi morire.

 5-Sistema solare
 






Con la diminuzione della massa la stella andrà incontro ad una diminuzione di peso. Fino a che viene conservato un giusto equilibrio tra peso totale della stella che tende a mantenerla compatta, ed energia, che tende a farla esplodere, gli elementi chimici continueranno a formarsi al suo interno. E dopo l’idrogeno e l’elio si formeranno atomi di azoto ossigeno carbonio sodio cloro e così via. Quando questo equilibrio si rompe, grazie all’aumento della energia emessa, e alla diminuzione della massa e del peso, la stella esplode. La esplosione della stella comporta la proiezione a distanza di tutti i suoi cocci, e cioè di tutti gli elementi chimici formatisi nel corso di miliardi di anni al suo interno. Essi andranno a costituire i detriti che si libereranno nello spazio circostante. Abbiamo assistito alla formazione e alla esplosione di una Supernova o stella di prima generazione. Le Supernove sono, appunto, il risultato della evoluzione di quegli addensamenti  nelle  nubi dell’idrogeno, detti Galassie, formatosi in seguito al big bang iniziale. Uno di questi eventi esplosivi avvenuto 5 miliardi di anni fa alla periferia di una delle tante galassie disseminate nell’universo, ha portato alla formazione del sistema solare. Simili eventi esplosivi avvengono ogni tanto nell’universo e qualche volta anche noi siamo in grado di vederli dalla nostra terra. Una esplosione del genere che noi dovessimo osservare oggi nel cielo, sarebbe avvenuta in effetti alcuni migliaia di anni luce fa. Esplosioni di supernove avvengono con una frequenza di una ogni 30- 50 anni.



Da internet

 Il sistema solare nato da una di queste esplosioni si formò grazie al fatto che i detriti, proiettati  tutti intorno, sono stati riassorbiti dai pezzi più grossi che avevano una massa e un peso maggiore ed anche una forza di gravità maggiore. Tra i pezzi più grossi uno lo era abbastanza da rimanere acceso e fece la parte del leone riassorbendo la maggior parte dei detriti. era il nostro sole. Altri detriti erano abbastanza grandi da non farsi riassorbire ma vennero catturati lo stesso dalla forza di gravità del sole. Riuscirono però a rimanere a debita distanza da esso, grazie alla loro propria forza di gravità. Erano i nove pianeti del sistema solare che presero a girare intorno al sole. Alcuni di essi erano anche abbastanza grandi da catturare qualche coccio più piccolo e costringerlo a girargli intorno come satellite. E’ il caso della nostra luna e dei satelliti degli altri pianeti. I pianeti avevano dimensioni diverse tra loro e questo a causa della distanza dal sole. I più vicini erano in media più piccoli e privi di una atmosfera perchè risucchiata dalla forza di gravità solare. I più lontani erano in media più grandi perche’ provvisti di una atmosfera gassosa che il sole non era riuscito a catturare a causa della enorme distanza. Questi ultimi erano delle stelle mancate, troppo piccoli cioè per accendersi. Infatti al loro interno il peso degli strati superficiali non era tale da permettere temperature elevate. Tra i pianeti più piccoli e quelli più grandi una posizione privilegiata la aveva la nostra terra, la cui grandezza, atmosfera, distanza dal sole erano tali da permettere, insieme ad altri parametri favorevoli, che avvenissero eventi rarissimi, anche se non unici e irripetibili.








6-Terra






La terra, ormai catturata dal sole, come tutti gli altri pianeti, se ne andava rotolando nel cosmo tracciando una ellisse intorno al sole, ora allontanandosi ed ora avvicinandosi ad esso. L’asse che congiunge i due poli del nostro pianeta non era, e non e’, perpendicolare al piano dell’orbita, e questo avrà la sua importanza nel determinare il clima delle varie regioni. L’atmosfera della terra era molto diversa da quella di oggi, era cioè composta da idrogeno, elio, metano,  ammoniaca e azoto. Una miscela di gas assolutamente irrespirabile dagli esseri viventi. e infatti gli esseri viventi ancora non c’erano. La temperatura allora era molto più elevata di quella di oggi, e questo provocò la perdita dei gas più leggeri, che si dispersero nello spazio. Nella atmosfera, sulla terra e dentro la terra c’erano, e ci sono tutt’ora tutti i costituenti della materia, da quello elementare, l’idrogeno, nato dal big bang, a tutti i successivi formatisi all’interno delle supernove. Al di sotto della crosta terrestre c’era uno strato semiliquido ed al centro un nucleo solido composto in massima parte dal ferro e da  altri metalli pesanti. La turbolenza esistente nelle viscere della terra e il continuo ribollire degli elementi trovavano sfogo nelle fratture della crosta, da dove il magma fuoriusciva formando altra crosta e riversando nell’atmosfera gli elementi più leggeri tra cui il vapore acqueo.


da en. Wikipedia
 L’abbassamento della temperatura e la condensazione del vapore acqueo, formarono le nubi, che cominciano a riversare  fiumi di pioggia. La pioggia cadde incessante raffreddando ulteriormente la temperatura della crosta terrestre e dell’atmosfera. L’acqua che cadde provocò la formazione dei fiumi nelle  depressioni della crosta terrestre. Nelle depressioni più grandi si formarono gli oceani che ricevettero acqua dai fiumi e dal cielo, mentre una grande quantità di fulmini per milioni di anni scaricarono a terra la loro potenza. All’interno del mare alcuni elementi fondamentali come il metano, i raggi ultravioletti del sole e l'energia elettrica sotto forma di fulmini, l'ammoniaca, l'idrogeno e l'acqua stessa, venendo a contatto, nel giro di milioni di anni, dettero luogo alla nascita della vita. Più semplicemente le  molecole di alcuni di quegli elementi presenti nell’acqua, tra cui il carbonio, l’idrogeno e l’ossigeno, a forza di scontrarsi, sotto la spinta del moto ondoso, trovarono la maniera di combinarsi tra loro in modo del tutto particolare. Primo responsabile di questa nuova situazione creatasi nel mare fu il carbonio, le cui molecole se ne andavano in giro con le loro sei braccia ad acchiappare soprattutto ossigeno, azoto e idrogeno. Se rapportiamo ad un anno  l’esistenza della terra, dalla sua nascita ai giorni nostri, la nascita della vita avviene grosso modo il 26 febbraio. Un avvenimento che consiste in una diversa disposizione spaziale degli atomi dei vari elementi.







7-Vita





La particolarità del nuovo modo di combinarsi tra molecole, inventato dal carbonio, sta nel fatto che ne risulteranno organuli, vaganti per i mari, capaci, una volta formatisi, di nutrirsi e di riprodursi, per poi morire. Proprio quello che noi chiamiamo ciclo vitale, comune a tutti gli esseri viventi. Gli organuli forniti di ciclo vitale risulteranno dalla combinazione di queste nuove molecole in catenelle più o meno lunghe. Queste, sballottate, al’interno dei mari, trovarono vantaggioso richiudersi su se stesse  a formare delle sferule dentro le quali rimasero imbrigliate alcune sostanze disciolte nell’acqua e necessarie per il famoso ciclo vitale. All’interno di questi organuli la situazione, evidentemente, era più tranquilla che non all’esterno, e comunque la parete di queste sferule non era completamente chiusa, anzi permetteva degli scambi tra esterno e interno e viceversa. Sono questi i primi atti del processo evolutivo degli esseri viventi, secondo il quale tra le tante soluzioni che si verificano nel processo di trasformazione di un essere, risulta vincente quella che meglio permette all’essere di vivere e di  riprodursi: la soluzione di rinchiudersi a formare delle sferule fu l’atto di nascita dei primi esseri viventi, i batteri, antenati delle cellule, ma senza nucleo, organulo di cui tutte le cellule future saranno  forniti. I batteri comunque furono i signori incontrastati dei mari sulla terra per due miliardi di anni.


molecole organiche- scuola media coletti

 Durante il loro regno si resero responsabili del primo inquinamento della storia, riversando una infinità di molecole di ossigeno nella atmosfera. Essi, per vivere, spezzavano le molecole di acqua (H2O) utilizzavano l’idrogeno e buttavano via l’ossigeno. Questa molecola, rimasta sola, cioè senza la compagnia delle due molecole di idrogeno, non trovava di meglio da fare che unirsi a molecole di ferro che i fiumi riversavano in grande quantità nel mare. Ne risultavano molecole più pesanti che andavano sul fondo sotto forma di ruggine. Ma i mari in breve si saturarono delle molecole di ossigeno che, prodotto in gran quantità dai batteri, dovette prendere un’altra strada. E l’unica strada era quella di volare su, oltre il pelo dell’acqua per puntare sempre più su. L’obiettivo sarà quello di raggiungere nell’atmosfera la concentrazione del 20 per cento, non solo, ma anche di formare uno strato che non permetterà più ai raggi ultravioletti del sole di penetrare nella atmosfera. Un inquinamento in piena regola quello operato dall’ossigeno, ma che,  in futuro,  risulterà utile agli esseri viventi che popoleranno la terra, anche se i batteri, ovviamente, non sapevano che quello che stavano facendo sarebbe risultato utile in futuro allo sviluppo della vita. Essi si cominciarono a differenziare grazie alla capacità che avevano di utilizzare o meno l’ossigeno disciolto nell’acqua. Tra le cellule senza nucleo, vi furono infatti quelle che producevano ossigeno utilizzando la luce del sole, un meccanismo che in futuro verrà denominato fotosintesi clorofilliana. Quelli che consumavano l’ossigeno prodotto dai primi. E quelli che non furono mai capaci di fare ciò e si rifugiarono nei fondali dell’oceano.








8-Aminoacidi






Le molecole che sono alla base del materiale di cui sono composti gli esseri viventi, non sono nate così per caso o per un qualche colpo di bacchetta magica o per l’intervento di un essere superiore. Semplicemente in quelle condizioni era logico e naturale che le molecole presenti nell’ambiente trovassero la maniera, avendo spazio e tempo a disposizione, di aggregarsi in un modo stabile e funzionale dal punto di vista chimico. Con il passare del tempo, grazie alle continue reazioni tra molecole ed atomi, compaiono delle molecole particolari e complesse, gli aminoacidi che sono alla base della costruzione degli esseri viventi. E’ come un grande gioco di Lego. Ma ad esso prenderanno parte solo quelli formati in una certa maniera. Gli altri verranno scartati. Gli aminoacidi sono come delle palline disposte nello spazio e legate tra loro mediante braccia. Le palline sono in effetti gli atomi dei quattro famosi elementi (carbonio, ossigeno, idrogeno e azoto), mentre le braccia sono i legami che tengono unite queste molecole. I venti aminoacidi necessari per il nostro gioco, oltre a questa  struttura di base, hanno una catena laterale che è sempre diversa. E’ questa catena laterale, insomma, a fare la differenza e a determinare la capacità della molecola di legarsi con altre molecole.


lucazilli.it
 Gli studi e gli esperimenti che ci hanno fatto capire come sia stato possibile, nel mare primordiale, il montaggio spontaneo dei pezzi che avrebbero dato origine alla vita, ci devono far riflettere sul fatto che nella nascita del materiale vivente e quindi della vita, non vi è nulla di magico, nè di soprannaturale. Il vivente e il non vivente sono composti dalle stesse sostanze, dagli stessi atomi. Ciò che cambia è solo la disposizione degli atomi. Insomma per ottenere del materiale vivente dal materiale non vivente, alla natura è bastato rimescolare le carte e disporle in una maniera diversa e adeguata per conferirle la capacità di vivere. Quella cioè di essere dei composti stabili duraturi e capaci di riprodursi. Il passaggio dall’inanimato all’animato è una semplice questione di disposizione di atomi, di struttura. Non vi è cambiamento di sostanza, ma solo di forma. Le successive combinazioni, cui solo gli aminoacidi presero parte, portarono alla formazione delle proteine e del DNA (acido desossiribonucleico). Nella struttura di questi elementi, che sono alla base della costruzione degli esseri viventi. ritroviamo infatti i nostri aminoacidi uniti tra loro in modo da formare dei composti o basi che sono di quattro tipi diversi (adenina, citosina, timina e guanina). Queste basi nel DNA sono unite a due a due, da legami che servono a tenere unite due strisce elicoidali di altre sostanze chimiche in modo da formare una catena a doppia elica. Tutte queste sostanze chimiche stanno assemblandosi insieme, spinte, nel gran caos primordiale, da proprietà insite e forze interne, per formare strutture che, come ,le parole, le frasi e i periodi, andranno a costituire il lungo romanzo della vita.


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ALLA PROSSIMA PUNTATA, LA TERZA 

martedì 26 maggio 2015


Prima di iniziare a leggere la storia della materia, leggete attentamente questa frase scritta da John D. Barrow, insegnante di Astronomia all'università del Sussex e autore di importanti saggi, e meditate.

 
 
 
 
 
 
 

                                                                                                       

"Un mondo che fosse 
tanto semplice da poter
 essere compreso,
sarebbe troppo semplice
 per contenere osservatori
in grado di comprenderlo"
 
 
 
 
 
 
 



Tanti miliardi di anni fa ....



Quel minuscolo germe

 

 

Dove si parla della esplosione avvenuta quindici, venti miliardi di anni fa, dalla quale ebbe origine un minuscolo germe di materia che prese a dilatarsi per formare l'universo in cui viviamo.

 



   1-Inizio


La storia che racconterò è quella del lungo cammino compiuto dall’universo, partendo 15 o 20 miliardi di anni fa,  fino ai giorni nostri ed anche oltre. E’ un po’ la storia di tutte le storie. Sarà come raccontare una storia senza fine, piena di colpi di scena, una telenovela fatta di intrecci imprevisti e intricatissimi, di passaggi ancora oscuri, di teorie elaborate per poter spiegare i lati oscuri, da noi esseri umani che, per primi cerchiamo di dare una spiegazione ad una storia di cui noi stessi facciamo parte. La scena iniziale è dominata da un calore inimmaginabile e da una luce intensissima ed una energia assoluta. Il tutto è racchiuso in una singolarità microscopica di una piccolezza inimmaginabile. Una luce, un calore, una energia determinatasi in seguito al cosiddetto Big Bang, quella immane esplosione che dette inizio al tutto. Una parola che è nata come presa in giro nei confronti di chi sosteneva una tale teoria, ma che oggi è pienamente accettata dalla comunità scientifica come la più probabile ipotesi per descrivere quello che successe in quell’attimo lontanissimo da cui ebbe inizio la dilatazione dell’universo sotto la spinta della enorme quantità di energia presente in quell’attimo primordiale. La prima cosa che accade, in questo plasma incandescente, dove una materia informe si rimescola in un crogiolo infernale, è il calo della temperatura, venendo a mancare la fiamma che lo aveva alimentato.

 

fonte: NASA/ESA and Ann Feild (STScI) 

Per avere una idea di quel calore e di quella luminosità basta pensare che la temperatura iniziale, a livelli addirittura inimmaginabili, dopo circa un centesimo di secondo era di cento miliardi di gradi centigradi. A questa temperatura così elevata gli elementi primordiali di quella materia informe, mai e poi mai avrebbero potuto mantenere la loro coesione, in preda come erano a movimenti velocissimi. Insieme a questo calo di temperatura, grazie alla potenza della esplosione, La massa incandescente, prese a dilatarsi. Per avere una idea di quanto essa si sia dilatata, al giorno d’oggi, basta sapere che dalle dimensioni di molti miliardi di volte più piccolo di una capocchia di spillo, oggi il diametro dell’universo osservabile misura anzi misurerebbe ( il condizionale è d’obbligo) intorno ai trenta miliardi di anni luce, misurato con gli strumenti che oggi abbiamo a disposizione. Per avere una idea, il diametro della nostra galassia pare misuri cento mila anni luce. Insomma in quel minuscolo punto i dati sono fortemente compressi. Al suo interno ci sono tutti i dati del futuro universo che si riveleranno man mano che esso si dilaterà, non solo, ma con la dilatazione succederanno anche altre cose interessanti

 


2-Plasma.
 



Se a temperatura elevata tutto è in subbuglio e in movimento, con il calo di essa, tutto tende a rallentare il proprio movimento, per cui aumentano le possibilità che gli elementi contenuti in quel brodo di cottura possano mettersi insieme secondo delle regole e delle leggi insite in loro stessi. Sono gli elementi costituenti la futura materia. Il materiale di cui sarà composto il futuro universo. E il loro modo di mettersi insieme non sarà casuale, ma bensì determinato da regole ben precise. E’ tutto lì dentro, disciolto, liquefatto, squagliato, frantumato, mescolato e rimescolato, ridotto ai minimi termini. Elementi che già dentro di sé contengono le caratteristiche della futura materia. I fisici hanno descritto questi elementi primordiali con dovizia di particolari ed hanno descritto anche il modo in cui dopo un giusto calo della temperatura essi cominceranno a interagire tra loro. Ma fino a quando l’universo non assume, in un tempo interminabile, le dimensioni di una mela, esso è compatto e non presenta ancora particelle di materia, ma solo particelle primordiali. E’ nei secondi successivi che, dilatandosi ulteriormente, la materia primordiale comincia a presentare le prime irregolarità, dovute ad una diversa densità che si manifesta in alcuni punti dell’Universo nascente, grazie al fatto che queste particelle primordiali cominciano a mettersi insieme secondo regole ben precise. Siamo a meno di tre minuti dalla esplosione iniziale, la nostra sfera di materia, che ormai contiene le prime particelle elementari e dove ormai si formano i nuclei dei primi atomi, continuerà a dilatarsi e a raffreddarsi.

Con queste particelle elementari, o mattoni primordiali, si potrà costruire quella materia, e solamente quella materia, che oggi noi conosciamo e di cui noi stessi siamo fatti. Infatti già in quei mattoni in preda a rapidi movimenti nel plasma incandescente primordiale, ci sono tutte le caratteristiche, le costanti, le leggi che regoleranno il futuro universo, il modo con cui funzionerà l’universo e tutti gli avvenimenti che vi si svolgeranno e faranno parte di esso. Inoltre una cosa oggi è certa, dagli elementi disciolti in quel plasma ribollente avrebbe potuto avere origine solo l’universo di cui facciamo parte. Sarebbe bastato un valore leggermente diverso di una delle costanti che regolano il nostro universo perché esso diventasse diverso dal nostro. Ma cerchiamo di entrare, si fa per dire, in quel plasma incandescente e ribollente per vedere cosa succede e come mai, a livello chimico, un liquido indistinto possa, con il forte abbassamento di temperatura, trasformarsi in piccolissime entità o pezzetti di materia che prenderanno a  reagire tra loro.

 

 


3-Galassie
 

 



Nei primissimi minuti dopo la formazione della materia, la temperatura comincia a scendere bruscamente pur rimanendo altissima, e la materia, che prima era in forma semiliquida, come un plasma indistinto, si comincia ad aggregare. Da questo plasma informe si cominciano a formare i primissimi costituenti della materia, e cioè i protoni e gli elettroni, i quali non sono altro che pezzetti di materia. Ma che da soli non hanno un senso. I protoni sono fatti quasi per intero da massa e da poca energia, gli elettroni sono fatti di poca massa e sono quasi tutta energia essi stanno bene insieme anche perchè si attirano, essendo gli uni di carica elettrica positiva, gli altri di carica elettrica negativa. Protoni ed elettroni si mettono allora insieme a formare gli atomi, così come era scritto nel capitolato d’appalto di quel semino originario. Il più semplice degli atomi è quello di idrogeno con un protone ed un elettrone. Gli atomi di idrogeno si uniscono tra di loro a formare delle zone di addensamento separate da zone di rarefazione. Queste zone di addensamento saranno delle nubi di idrogeno che aumentano di grandezza, grazie alla dilatazione impressa loro dalla forza della esplosione originaria. Lo spazio cosmico in dilatazione e’ in parte vuoto, in parte occupato da queste nubi di idrogeno, alcuni spazi sono più rarefatti, altri più densi.


galassia M31

 Le varie nubi di idrogeno in formazione vanno allontanandosi l’una dall’altra in modo che lo spazio tra nube e nube aumenta sempre più. Queste nubi di idrogeno non sono altro che le future galassie, All’interno di esse si sposterà la nostra attenzione. Anche dentro le galassie in dilatazione  si ripete il processo che ha portato alla loro formazione. Si vanno cioè formando delle zone di rarefazione e delle zone di addensamento. Nelle zone di addensamento gli atomi di idrogeno si stanno aggregando in alcuni punti dove l’idrogeno diventa sempre più compatto, strati si aggiungono a strati. Si stanno formando le stelle, che aumentano  la loro dimensione, grazie a tutti quei protoni,  che vanno addensandosi. Mentre lo spazio circostante continua a dilatarsi e a raffreddarsi, le stelle aumentano la loro massa e il loro peso. Con l’aumentare della massa, aumenta anche la loro forza di gravità grazie alla quale esse funzionano da aspirapolvere nei confronti dei detriti  rimasti nello spazio circostante. All’interno di esse l’aumento del peso degli strati superficiali su quelli più interni provoca un aumento della temperatura. Il calore interno delle stelle in formazione determina dei movimenti sempre più frenetici degli atomi di idrogeno. la situazione all’interno di questi ammassi di idrogeno e’ alquanto instabile. gli atomi cozzano tra loro e l’attrito provoca un ulteriore aumento della temperatura. La velocità degli atomi è enorme e comunque prossima a quella massima consentita dalle leggi della fisica del nostro universo.

 

 


4-Atomi

 

 


In tutto il trambusto esistente all’interno delle stelle in formazione, l’elettrone di ciascun atomo, che aveva preso il suo posto attorno al protone, acquista energia ed esce dalla sua orbita cercando di sfuggire ad essa. Viene però subito catturato e riportato al suo posto. Cosa che avviene con la cessione di quella energia che aveva acquistato prima. Energia che viene liberata sotto forma di luce. La stella si è accesa, mentre all’interno e’ tutto un continuo saltare di elettroni da dentro a fuori gli atomi. Si sono formate le stelle di prima generazione, al cui interno l’enorme calore è dato dai movimenti degli atomi e la luce e’ determinata dai salti degli elettroni. Al loro interno adesso comincia il processo della formazione degli elementi chimici successivi all’idrogeno. Se ciascun atomo di idrogeno è in subbuglio a causa di calore e velocità, anche i rapporti tra gli atomi di idrogeno si fanno sempre più complessi. Gli atomi, infatti, a forza di cozzare tra loro, tendono a combinarsi in modo che quattro di essi messi insieme, formano un nuovo tipo di atomo, quello di elio che ha due protoni al centro e due elettroni alla periferia. Ma la somma tra elettroni e protoni di idrogeno di partenza non e’ uguale alla somma tra elettroni e protoni dell’elio. Questo significa che si e’ perso qualcosa per strada, infatti manca all’appello una certa quantità di massa che viene liberata sotto forma di energia. Cioè le stelle di prima generazione stanno liberando all’esterno calore, luce ed energia, a scapito di piccole quantità di massa.

 

Il ciclo vitale di una stella

 

 Al loro interno cioè si crea del vuoto che diventerà sempre più grande, man mano che procedono le reazioni chimiche di formazione dei vari elementi. All’interno di queste stelle di prima generazione, la situazione è sempre frenetica  e instabile per cui le reazioni tra gli atomi di idrogeno  e quelle tra gli atomi di elio in formazione continuano. Dopo gli atomi con due protoni e due elettroni si formano gli atomi con tre protoni e tre elettroni. Le reazioni proseguono con atomi a quattro, a cinque, a sei, e così via. Dentro queste stelle si stano formando cioè atomi di tutti gli elementi chimici conosciuti in natura, ognuno caratterizzato da un proprio numero di protoni e di elettroni. Parallelamente aumenta il vuoto all’interno della stella a causa della continua perdita di massa. Questo perché nelle reazioni il conteggio tra elementi iniziali e elementi finali non e’ mai  pari. Esiste sempre  un resto, un avanzo di massa che viene liberato dalla stella sotto forma di energia. E ciò avviene secondo la formula della relatività di Einstein. Per riassumere, la stella brilla sempre più grazie ai salti di elettroni da una orbita all’altra; contiene sempre più elementi chimici e va perdendo quantità sempre più grandi di massa. All’interno della massa si crea un buco che in futuro comporterà il collasso della stella grazie alla pressione degli strati esterni sul vuoto che si è creato.


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AL MESE PROSSIMO CON LA SECONDA PUNTATA