Dove si parla della nascita della scrittura e della scienza
85-Incapacità
Questi stati, che le comunità civili, dai Sumeri in poi, hanno saputo creare nel corso dei millenni, a differenza dei gruppi paleolitici e delle comunità di villaggio neolitiche, non sono mai rimasti isolati l’uno dall’altro, anzi si sono spesso scontrati, e queste collisioni hanno portato alle guerre, uno dei mali della civiltà. Oggi si contano circa 170 stati, e se i rapporti tra loro (o per lo meno tra alcuni di loro) non sono confortanti, altrettanto si può dire sia successo in tutte le epoche passate. In ogni tempo e in ogni luogo gli stati hanno sempre finito col farsi la guerra, la quale si è sempre conclusa con l’imposizione di una pace forzata in virtù della quale era sempre il popolo sconfitto a soccombere e a sottostare ai dettami del popolo vincitore. Molti ritengono che l’attuale insieme globale di stati sovrani oggi non sia in grado di salvare l’ambiente dall’inquinamento provocato dalle scorie liberate dalle società tecnologiche create dall’uomo, nè di conservare la pace, nè di conservare le risorse naturali non ricostituibili. Anche questa palese incapacità dell’uomo a risolvere i problemi da lui stesso creati, esercita una continua azione frenante sul normale sviluppo della società tecnologica e ancora a tutt’oggi lo sviluppo tecnologico deve fare i conti con la questione morale. Così come è successo con la recente invenzione delle armi nucleari, che hanno conferito agli uomini poteri enormi, oggi c’è la paura che future conquiste possano riproporre di nuovo il problema di un utilizzo giusto e non malvagio delle conquiste stesse.
Sono passate alcune migliaia di anni da quando, con l’invenzione della scrittura l’uomo muoveva i primi passi verso un impensabile futuro tecnologico; gli uomini che popolavano le pianure e gli altipiani di Mesopotamia e Anatolia, non erano diversi dai futuri discendenti che oggi stanno per vivere l’avventura del terzo millennio; il cervello è rimasto sostanzialmente lo stesso, con le sue aree motorie e sensitive, i suoi collegamenti e circuiti interconnessi, la sua corteccia e i suoi miliardi di neuroni. Quella che è cambiata è la capacità di capire i problemi e di cercare la loro soluzione; in questo aiutati da un progressivo miglioramento degli strumenti a disposizione cui l’evoluzione culturale e tecnologica ha portato nel corso dei millenni. Soprattutto è cambiato, nel corso degli ultimi secoli, l’atteggiamento culturale con cui porsi di fronte alle problematiche che da sempre avevano assillato l’uomo. Si andava facendo strada, infatti, la necessità di spiegare il mondo attraverso soluzioni che nulla avevano di mistico e di soprannaturale, ma attraverso dimostrazioni più concrete e legate al mondo terreno e concreto in cui vive. L’intuizione fondamentale di questo nuovo modo di pensare, nasceva dalla considerazione che, fino a che l’uomo vive su questa terra deve, comunque, cercare di spiegarla nella maniera più pratica e accessibile; i fenomeni della natura e tutto ciò che ci circonda, devono pur avere qualche significato nascosto da ricercare nella natura stessa delle cose, e non altrove.
86-Potente
Con il nascere della scienza e con la sua rapida evoluzione, l’uomo ha finalmente trovato delle risposte definitive a molti quesiti e, senz’altro la verità è così vicina (pur nella sua infinita lontananza) come non lo è mai stata. Tuttavia la scienza, con il potere di cui ha dotato l’umanità, sembra aver acuito ulteriormente quel divario già esistente tra uomo buono e uomo malvagio. Infatti questo nuovo modo di porsi di fronte ai problemi, se da un lato ha fatto diventare l’uomo il signore della terra, fornendogli un potere inaudito e pressocchè illimitato, dall’altro ha messo di nuovo a nudo la sua debolezza, dovuta non solo al fatto di trovarsi di fronte ad una sorta di gioco inesauribile di scatole cinesi nelle quali sono inseriti i problemi da risolvere, ma anche agli effetti collaterali insiti nelle tecniche adottate per la risoluzione tecnologica dei problemi, e, soprattutto ad una innata capacità dell’uomo di saper fare tutto e il contrario di tutto. E’ diverso tempo, ormai, ma forse oggi più che mai, che l’uomo si trova costantemente di fronte a un bivio, e deve, continuamente, fare delle scelte, per riaffermare, giorno dopo giorno, la sua supremazia sul mondo. Grazie al suo alto livello di sviluppo cerebrale, egli oggi è in grado di distinguere, e fare di conseguenza le sue scelte, tra ciò che è bene e ciò che è male. Il potere conferitogli dalla scienza lo rende capace, oggi, di decidere se usare questo potere a fini utili per ulteriori progressi, o per scopi distruttivi.
E’ un po’ come la storia del Dottor Jeckill e Mister Hyde che narra della continua lotta tra le due personalità di uno stesso uomo. Il primo di animo mite e incline a fare solo del bene mettendo le sue scoperte di scienziato al servizio del progresso della scienza; il secondo di aspetto terrificante, pronto a usare il potere di cui dispone per fare del male. E’ l’eterna lotta tra bene e male cui solo l’uomo è in grado di sottostare. Le infinite capacità dell’uomo, dopo avergli conferito enormi poteri, rischiano di ritorcersi su se stesso; dopo aver trasformato l’ambiente a suo piacimento, l’uomo rischia di distruggerlo. Potrebbe evitare di farlo solo se usasse quelle capacità di cui l’evoluzione l’ha dotato. Egli è potente e sa di esserlo; sa di poter distruggere il mondo, ma sa anche che, se lo fa, si auto distrugge. Oltre ad essere malvagio, pertanto, può essere anche virtuoso, in quanto la sua coscienza gli permette di darsi un’etica che stabilisca i confini tra quello che va fatto e quello che non va fatto. Insieme, coscienza ed etica costituiscono il modo “spirituale” di esistere, che non si era mai visto prima in nessun altro animale. Si tratta, in poche parole di quel risveglio alla coscienza che ha permesso all’uomo di salire molti gradini più in su rispetto ai suoi immediati predecessori.
87-Scienza
Ci fu uno studioso di nome Galileo Galilei il quale si accorse che il mondo doveva aver qualche motivo per essere così come era, e permettere ai suoi ospiti di viverci. Doveva pur esserci una logica all’interno di quel mondo, e più in la, in quell’universo, fino al punto in cui arrivava a vedere con i suoi strumenti e ancora oltre. La Terra , i Pianeti, gli Astri dovevano pur avere delle regole o leggi che determinavano i loro movimenti. Egli si accorse, pur essendo fortemente osteggiato nei suoi studi dalle istituzioni ormai consolidate e timorose che un ribaltamento in senso materialistico di una visione del mondo, potesse turbare equilibri ormai solidamente costruiti, si accorse che, effettivamente queste leggi o regole esistevano e che con esse era possibile stabilire dei punti fermi per la comprensione dei meccanismi interni al mondo. Bastava capire la logica insita negli avvenimenti, scoprire la regolarità nel ripetersi di certe situazioni per formulare teoremi e postulati capaci di fornire la chiave per l’interpretazione dei fenomeni.
Nasceva così la scienza, sistema finalmente nuovo e totalmente non speculativo di approccio alla realtà, basato sulla osservazione e sulla sperimentazione dei fenomeni che divenivano perfettamente dimostrabili e riproducibili in maniera chiara e comprensibile. Da allora la scienza ha fatto passi da gigante, sempre nuove tecnologie sono sorte ed hanno conferito sempre maggiore potere all’uomo che, finalmente, riusciva a penetrare il significato e il meccanismo intimo del mondo da cui era nato e in cui viveva. La sensazione comunque, in questo periodo di frenetico sviluppo scientifico, è stata che, ogni volta che si trovavano soluzioni a problemi fino ad allora ritenuti insolubili, sorgevano nuove problematiche che, pur elevando il livello della ricerca, davano l’idea di un pozzo senza fondo. Del resto, ancora oggi, il fondo del pozzo è ancora di la da venire, né sembra sia una meta raggiungibile nel breve volgere di anni. Oggi gli scienziati, che per molto tempo hanno lottato contro coloro che facevano della concezione religiosa e della fede le uniche chiavi utili per capire il mondo, sono giunti ad invadere il campo stesso in cui fino a poco tempo fa pascolavano esclusivamente teologi e filosofi. Gli scienziati oggi si trovano fianco a fianco con teologi e filosofi a discutere sul problema cruciale, che è quello della origine dell’Universo, al quale sarà forse difficile dare una soluzione, almeno a breve scadenza. Fin da quando l’uomo ha acquisito una coscienza, come abbiamo visto, ha cominciato il lungo cammino verso la verità, cercando di trovare una risposta ai vari quesiti che si poneva. Le risposte venivano trovate in base al livello di intelligenza e di consapevolezza raggiunti in quel periodo, e con il passare del tempo sono, comunque, diventate più complesse e articolate.
88-Materia
Vediamo allora come l’uomo sia riuscito a spiegare gli eventi che hanno portato alla sua nascita, alla luce della scienza che oggi si sostituisce alla religione, nel tentativo di dare un senso alla propria esistenza. Grazie alla nascita e alla evoluzione del pensiero scientifico sono state elaborate delle teorie che cercano di spiegare come sia accaduto che 20 miliardi di anni fa un evento particolare detto Big bang sia stato l’atto di nascita della materia. Non sappiamo chi o cosa ci sia dietro questo evento, e vedremo, più in là come l’uomo oggi stia studiando anche questo aspetto del problema, ma è probabile che il tutto sia scaturito dal nulla grazie ad un accumulo di energia presente al di là dell’invisibile muro che separa il nostro mondo reale da quello precedente. Tutto ha inizio, quindi, nel momento in cui la enorme quantità di energia preesistente, con una enorme esplosione, da luogo alla formazione di una piccolissima quantità di massa, in perfetta sintonia con la formula che, circa 20 miliardi di anni dopo, sarà enunciata da Einstein. Il big bang o grande botto è, comunque la si pensi, un atto creativo. All’interno di questa piccolissima massa vigono le leggi della fisica quantistica, scoperta nei primi anni del secolo scorso.
Una fisica che ha dimostrato come a livello microscopico le leggi siano ben diverse da quelle che vigono nel mondo che ci circonda. In quelle condizioni, gli elettroni e quindi parti infinitesimali di materia sgorgano dal nulla e si formano aggregandosi tra loro per formare la futura materia. Possiamo assimilare questa piccolissima quantità di massa ad un semino dentro il quale sono contenute tutte le informazioni per costruire la materia, con le sue leggi e le sue regole e dare origine così alla realtà che conosciamo. In questo seme c’era infatti l’idea di ciò che sarebbe stato, come in un seme c’e’ l’idea della futura pianta. A noi esseri umani che oggi stiamo ripensando tutta la storia fin dagli inizi, riesce difficile anzi impossibile capire cosa ci sia al di fuori del nostro mondo. a noi riesce difficile anche pensare ad un mondo diverso dal nostro. Ma i fisici sanno bene che la fisica quantistica dimostra proprio l’esistenza di un mondo diverso dal nostro un mondo che trova la sua ragione d’essere nelle realtà infinitesimali. Un mondo che nasce dal nulla, ma non per caso, e che trova nel seme gettato in quel mare di nulla la capacità di esplodere per liberare le istruzioni, in esso contenute, necessarie per la creazione dell’universo. Quelle infinitesime frazioni di materia liberate dall’immane esplosione iniziale, insomma, avevano in sé la capacità di organizzarsi in modo tale da formare tutto l’universo, sarebbero occorsi solo tanto tempo e tanto spazio. E da allora di tempo ne è passato, quindici o venti miliardi di anni, miliardo più miliardo meno. E di spazio da allora se ne è formato, visto che l’universo non ha cessato più di espandersi, ancora lo sta facendo, sotto la potente spinta iniziale, ed ancora per miliardi di anni lo farà.
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