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mercoledì 22 febbraio 2017

Dove si parla degli atomi esistenti in natura e dei primi atti del processo di formazione della luce all'interno delle stelle.


98-Protoni e neutroni


Ma andiamo a vedere, in mezzo a questo vuoto enorme che è l’atomo, come è formato il nucleo. Intanto non tutti gli atomi sono uguali. Cambiano a secondo del tipo di materia che vanno a formare; si perché il nucleo non è una pallina ma un insieme di palline, dette protoni, tutte attaccate tra loro che possono variare di numero. Vanno da una sola pallina  ad un centinaio. Così come sono un centinaio gli elementi conosciuti. Ogni elemento è caratterizzato da un particolare numero di palline, o protoni, all’interno del proprio nucleo. L’idrogeno, l’elemento più semplice, ne ha una sola, il carbonio sei, l’ossigeno otto, il ferro ventisei, l’oro settantanove, il piombo ottantadue, l’uranio novantadue. Il numero di protoni esistenti al centro è poi bilanciato dallo stesso numero di elettroni che girano in periferia. E allora, per esempio, un pezzo di ferro sarà fatto da atomi, tutti con un nucleo fatto di ventisei palline e ventisei elettroni che girano. Tutti questi elementi sono stati catalogati e classificati in base al loro numero atomico, cioè al numero di protoni che posseggono, da un chimico russo di nome Mendeleev 





il quale ne ha fatto una tabella molto utile per capire così a colpo d’occhio di quale elemento e soprattutto di quale classe di elementi stiamo parlando. Infatti gli elementi disposti sulla stessa colonna hanno tutti la stessa proprietà. Non è un concetto semplice da spiegare, ma, se si ha voglia di dare una occhiata a questa tabella, non sarà difficile distinguere e raggruppare tra loro le varie classi degli elementi, dai più semplici ai più complessi. Ma torniamo ai nostri bei nuclei così stipati di palline, cioè di protoni. Essi sono pesanti, hanno una massa, anzi rappresentano la maggior parte della massa dell’intero atomo ed hanno, come già detto, carica elettrica positiva. Questa carica viene neutralizzata, dalla carica elettrica negativa degli elettroni che girano intorno al nucleo. La legge è questa, tanti protoni, tanti elettroni, e così l’atomo nel suo complesso è neutro. Il protone ha una massa 1.836,11 volte maggiore di quella dell’elettrone. Nonostante ciò tutti i protoni di un atomo sono stipati insieme in una zona centrale piccolissima. Basta pensare che l’atomo è 100.000 volte più esteso rispetto al suo nucleo. Ma non è finita, anzi è appena cominciata, perché c’è da dire anche che nel nucleo ci sono altre palline che si chiamano neutroni che hanno anche essi una massa e quindi un peso, ma non hanno una carica elettrica, lo dice il nome stesso. Sono neutri. Ma a questo punto i fisici si sono chiesti. Come mai i protoni riescono a stare così bene stipati, attaccati gli uni agli altri, pur avendo tutti carica positiva? In teoria dovrebbero respingersi e l’atomo dovrebbe scoppiare, disintegrarsi. Passi per l’idrogeno il cui atomo presenta un solo protone, ma già l’elio che ne ha due….e l’uranio che ne ha novantadue? E allora si ipotizzò che ci dovesse essere un qualche collante molto forte che tenesse uniti questi protoni e neutroni tra loro.


99-Isotopi





E allora si ipotizzò che ci dovesse essere un qualche collante molto forte che tenesse uniti questi protoni e neutroni tra loro. Si scoprì allora che la forza di adesione era determinata da un’altra particella, detta mesone, che, come una pallina da ping pong, fa avanti e indietro tra protone e neutrone. Ogni secondo, cioè, fa avanti e indietro milioni di miliardi di volte. La sua forza di coesione è data quindi dal fatto che, grazie alla sua enorme velocità, è come se si trovasse in due luoghi diversi contemporaneamente, cioè attaccata al protone e attaccata al neutrone. Queste forze che tengono insieme la struttura del nucleo evitano che il tutto esploda con conseguente rilascio di energia. Nel nostro nucleo quindi  i neutroni hanno grande importanza in quanto, grazie al collante di cui dicevamo, contrastano le forze di repulsione esistenti tra i protoni tutti dotati di carica positiva. L’idrogeno non ha neutroni, ma per esempio i tre protoni del nucleo del litio hanno bisogno di quattro neutroni e così negli atomi maggiori la proporzione tra protoni e neutroni è sempre più sbilanciata a favore di questi ultimi. Ad esempio per mantenere appiccicati i novantadue protoni del nucleo dell’uranio, occorrono ben cento quarantasei neutroni. La differenza tra i vari elementi che esistono in natura quindi, sta tutta qui nella diversa composizione degli atomi di cui sono fatti. Ora abbiamo visto che il numero di protoni  deve essere uguale a quello di elettroni che girano intorno al nucleo, per far si che l’atomo sia elettricamente neutro, ma per quanto riguarda i neutroni, che non hanno carica, il loro numero può variare senza che l’elemento si trasformi. Quasi tutti gli elementi presentano forme secondarie che differiscono dalle principali per il numero di neutroni. 



E gli atomi con numero di neutroni diverso da quello base, prendono il nome di isotopi, letteralmente stesso posto, perché occupano lo stesso posto dell’elemento principale in quella tabella del chimico russo.  Esistono isotopi naturali e isotopi che sono stati creati dagli scienziati, togliendo o aggiungendo neutroni all’atomo. Dei novantadue elementi esistono trecento isotopi naturali e mille creati artificialmente in laboratorio bombardando i nuclei degli atomi. E infatti uno stesso elemento può presentare una varietà di nuclei diversi e cioè con un numero diverso di neutroni, gli isotopi con un neutrone in più sono detti pesanti, quelli con un neutrone in meno sono detti leggeri. Un esempio per tutti: l’idrogeno che normalmente ha nel nucleo un protone e un elettrone che gli gira intorno, ha un isotopo pesante il cui nucleo accanto al protone presenta un neutrone. Si chiama deuterio, costituisce la cosiddetta acqua pesante, non è presente in natura e viene prodotta in maniera artificiale nelle centrali nucleari. Ma lasciamo perdere gli isotopi dei quali ci sarebbe tanto da dire, soprattutto sulla loro radioattività, cioè delle radiazioni che essi emettono.


100-Elettroni





Per completare il discorso sull’atomo, occorre accennare, infine, a quelli che sembrerebbero essere i più piccoli costituenti della materia. I Quark. Senza entrare in particolari che sarebbero troppo complicati,  entriamo nel protone e nel neutrone, per  trovare appunto, i quark, parola magica  che fu presa dal suo inventore pari pari da un verso di un poeta inglese. In ogni protone e in ogni neutrone ce ne sono tre e anche essi sono tenuti insieme da un collante potentissimo sotto forma di particelle dette gluoni dotate di una forza ancora più potente di quei mesoni che tenevano uniti i protoni  e i neutroni tra loro. A proposito di questi quark solo un dato sconvolgente, la loro dimensione. Prendiamo un protone, che già di per sé ha dimensioni assurde, dividiamo il suo diametro in mille parti, prendiamone una sola parte ed ecco un quark. Certo è difficile riuscire a immaginare questi affari così piccoli, forse più difficile che non immaginare gli spazi immensi dell’universo. 





Comunque, a proposito di spazi immensi…..adesso usciamo dal nucleo di cui ci siamo occupati fino ad ora, e attraversiamo lo spazio immenso che ci separa  dalla periferia dell’atomo e, quando siamo quasi arrivati al confine, troviamo questi elettroni che girano vorticosamente. Anche qui parliamo di dimensioni veramente infinitesimali. Gli elettroni hanno il diametro lungo, si fa per dire, un milionesimo di miliardesimo del diametro dell’atomo; cioè occorrono un milione di miliardi di elettroni posti l’uno accanto all’altro per fare il diametro dell’atomo. La meccanica quantistica, la scienza che si occupa dello studio di particelle così piccole, dice che gli elettroni sono un poco pazzi e soprattutto sono imprevedibili. Le loro orbite non sono come quelle dei pianeti, determinate e precise, o meglio, non sono nemmeno casuali, sono loro che girano a caso e saltano da un’orbita all’altra così senza un apparente motivo. Queste orbite si trovano appunto nella parte più superficiale dell’atomo e possono essere considerate come gli strati di una cipolla. Ogni strato ha uno o più elettroni. Naturalmente, come detto, tanti sono i protoni al centro e altrettanti sono gli elettroni in periferia. Si va allora dall’atomo di idrogeno, che ha un solo protone e un solo elettrone che gira in un unico strato, all’atomo di uranio che ha novantadue protoni e novantadue elettroni che girano disposti su  sette strati. Ogni strato, dal più interno al più esterno può contenere un certo numero di elettroni. Gli strati più esterni, essendo più grandi, avranno la possibilità di accogliere  più elettroni. Appena uno strato è pieno di elettroni, si dice saturo e il successivo elettrone va a disporsi sullo strato più esterno e così via, fino a saturare tutti gli strati. Gli atomi, quindi sono fatti così, perchè così era scritto nel capitolato. E vedremo che tutto questo avrà un significato e una sua ragione d’essere.


101-Luce


Torniamo a parlare ora della luce e vedremo che sarà più chiaro il meccanismo, ora che sappiamo tutto sulla composizione dell’atomo anche la luce è una caratteristica dell’universo, fenomeno che abbiamo già visto nascere all’interno delle stelle, ma che adesso vedremo più da vicino. La luce come il calore e il suono, sono dei fenomeni che hanno preso origine nella notte dei tempi in quell’originaria deflagrazione che conosciamo come big bang.  Da allora la nascita di luce calore e suono  si ripete all’interno delle stelle, e ancora oggi essi vagano per l’universo in espansione. Intanto bisogna dire che la luce è fatta di onde elettromagnetiche, ma anche di corpuscoli (vedi meccanica quantistica) e prende origine all’interno dell’atomo. E vediamo come. Sappiamo che la luce è intimamente connessa con il calore, infatti un corpo illuminato è anche caldo. Ma un corpo caldo non deve essere necessariamente illuminato. Per fare in modo che un corpo sia illuminato bisogna prima dargli del calore, successivamente il corpo non sarà solo caldo, ma emetterà anche luce. Siccome poi la luce ha lunga vita, e il calore si disperde, noi, ad esempio del sole sentiamo poco del calore che emette, non solo, ma lo sentiamo e non lo vediamo. 




Ora se noi riscaldiamo un corpo cioè lo sottoponiamo ad un processo di riscaldamento conferendogli un certo quantitativo di energia, non facciamo altro che apportare una perturbazione del campo elettromagnetico di questi atomi. Infatti gli atomi della sostanza che abbiamo riscaldato, stavano così bene per conto loro con il loro bel stato che, tuttavia, non è di quiete, di immobilità, ma che comunque è caratterizzato da un loro movimento, un moto che è proprio della loro natura. Con i suoi bravi elettroni che girano attorno ad un enorme spazio per lo più vuoto al cui centro stanno stipati in poco spazio i protoni e i neutroni. E tutto quest’insieme di protoni, neutroni, vuoto ed elettroni si muove, così come, a stretto contatto di gomito, si muovono gli altri atomi. Un movimento che conferisce alla sostanza le caratteristiche che le sono proprie e soprattutto la temperatura della sua superficie esterna. Così noi, andando a perturbare il campo elettromagnetico di questi atomi, non abbiamo fatto altro che provocare la loro reazione, cioè abbiamo determinato un aumento del loro movimento all’interno della sostanza; aumenterà di conseguenza la sfregamento tra gli atomi e la temperatura dalla sostanza aumenterà. Quindi il calore somministrato alla sostanza fa si che essa entri in sintonia con questo calore e si riscaldi anch’essa tramite l’aumento del movimento degli atomi. La sostanza cioè emetterà delle radiazioni elettromagnetiche le quali hanno forma di onde e si propagheranno in tutte le direzioni. Un po’ come quando buttiamo un sasso nell’acqua del lago e andiamo a perturbare la sua quiete, e, su tutta la sua superficie, si propagano le onde determinate da quella perturbazione. Le onde di calore che ora la nostra sostanza emana, hanno una certa lunghezza (lunghezza d’onda) che fino ad un certo punto resterà al di sotto di un certo valore. Cioè, nel famoso spettro verrà prima del rosso, che è il limite della luce visibile per noi esseri umani. Ed è per questo che noi il calore lo percepiamo, ma non lo vediamo.

venerdì 27 gennaio 2017

Dove si parla delle forze che tengono uniti tra loro i vari componenti della materia e si comincia a parlare dell’atomo elemento base della materia stessa.




93-Collanti




E allora da una parte, cioè oltre il violetto, ci sono radiazioni che noi non vediamo e sono appunto gli ultravioletti. Questi hanno più energia e sono più forti Dall’altra parte, cioè oltre il rosso ci sono gli infrarossi che  hanno meno energia e sono più deboli. Gli ultravioletti sono quelli che abbronzano, ma fanno venire anche i tumori della pelle, ancora più duri ed energetici sono i raggi gamma e i raggi X, così forti da riuscire ad attraversare le ossa. Dall’altra parte invece gli infrarossi permettono di vedere al buio, e più in là le microonde, quelle del forno, e poi le onde radio; tutte onde lente e deboli. Sono tutti raggi che non vediamo, come dicevo ma di cui sentiamo gli effetti. Quello che meraviglia però è il fatto che tutto si allontani da tutto senza sfuggire al controllo di qualcosa che comunque tiene unito il cosmo. Si tratta insomma di un allontanamento controllato. Cosa che si può capire scoprendo il segreto della conformazione della materia e, in ultima analisi della conformazione del più piccolo costituente della materia. Essa, in ultima analisi, è formata dai quark, stipati dentro i protoni  insieme ai neutroni a formare il nucleo, piccolissima pallina dentro un enorme spazio vuoto alla cui periferia ci sono i gusci di una specie di cipolla nei quali girano vorticosamente gli elettroni. Il tutto a formare l’atomo, che insieme ad altre strutture uguali, vanno a formare le molecole di cui è composta la materia. 



Alcuni collanti potentissimi tengono insieme tutti questi elementi, ed impediscono che essi saltino da tutte le parti. Questi collanti altro non sono che delle forme di energia, delle forze in grado, alla fin fine, di tenere insieme l’essenza del mondo e quindi il mondo stesso. Se queste forze venissero meno, sarebbe la fine, se queste forze cedessero, tutto salterebbe per aria, niente più le terrebbe insieme. Anzi, tutto sarebbe saltato per aria, fin dall’inizio dei tempi, quando cominciò a formarsi la materia e con essa lo spazio e il tempo. Già all’epoca del Big bang, quando cominciarono a saltare fuori da quell’immane energia i primi elettroni e a formarsi i primi protoni, microscopici pezzi di massa e quindi di materia, ogni cosa andò al proprio posto come in un puzzle cosmico auto formantesi, attirato da quelle forze che stanno alla base della costruzione della struttura stessa della materia. Queste forze praticamente servono per tenere unite tra loro tutte le parti costituenti la materia, dalle più infinitesimamente piccole a quelle cosmiche come stelle e pianeti. Gli scienziati, sempre alla ricerca dei motivi per cui l’universo si sia formato così come in realtà oggi è, e, supponendo comunque che possano esistere altri universi sui quali possano vigere altri tipi di leggi, hanno scoperto che questo nostro universo è tenuto insieme da quattro tipi di forze fondamentali e le hanno così classificate, una forza nucleare, una forza elettromagnetica, una forza debole e una forza gravitazionale. Dette così, queste forze sono in ordine di intensità decrescente.


94-A stretto contatto



La forza nucleare è quella che agisce all’interno del nucleo dell’atomo e tiene insieme i suoi componenti, è la più forte che esista, ma a distanze più grandi non si fa sentire. La forza gravitazionale è quella che agisce a grandi e grandissime distanze, tiene insieme stelle e pianeti ed è comunque la più debole delle quattro. La forza nucleare forte è prodotta da neutroni e protoni, i quali, soltanto, rispondono ad essa. Essa serve per mantenere stabile il nucleo, ma solo quando protoni e neutroni sono presenti in proporzioni determinate. Se le proporzioni sono diverse, l’atomo non è più stabile e sotto l’influenza della interazione debole, tende a diventarlo con la emissione di particelle radioattive. La forza elettromagnetica, pur essendo abbastanza forte, si manifesta solo come attrazione o repulsione tra le particelle, a seconda della loro carica elettrica che può essere positiva o negativa. Molti sanno che più e più, meno e meno si respingono, invece più e meno si attraggono. L’attrazione tra particelle, comunque viene consolidata dalla forza nucleare forte. 





La repulsione invece, per quanto possa essere forte la carica elettromagnetica, non avviene mai, se le particelle, come i protoni, sono stipati all’interno del nucleo e sono soggetti alla forza nucleare forte. Infatti i protoni sono tutti positivi e dovrebbero respingersi, ma la forza nucleare forte è così forte da superare quella elettromagnetica, e i protoni rimangono a stretto contatto. Se usciamo dal nucleo e, dopo un lungo viaggio arriviamo nei paraggi degli elettroni, cioè alla periferia dell’atomo, notiamo che essi non sono influenzati dalla forza nucleare forte, ma solo da quella elettromagnetica che li tiene uniti ai protoni. Ricordiamo infatti che gli elettroni hanno carica negativa, i protoni ce l’hanno positiva e, nel suo complesso, l’atomo è elettricamente neutro. Più e meno si annullano. Nonostante questa conclusione, gli atomi non possono ignorarsi a vicenda, ma, essendo la carica negativa tutta distribuita all’esterno, non si possono avvicinare tra loro più di tanto e tendono, pertanto, a respingersi, rimbalzando via. Ed è per questo che gli atomi di una qualsiasi sostanza non stanno mai fermi. Un continuo movimento che aumenta all’aumentare della temperatura,  e diminuisce con il calare della temperatura fino al loro blocco totale, anche se assolutamente teorico, impossibile da raggiungere su questa terra, che avviene allo zero  assoluto, cioè -273,14. L’aumentare di questi movimenti degli atomi porta naturalmente ad un certo allontanamento tra di loro; il che si traduce in una dilatazione della materia. Ad esempio un pezzo di ferro riscaldato si dilata proprio per questo aumento dello spazio tra atomo e atomo ad alte temperature. Una curiosità: quando ancora le rotaie dei treni non erano fatte di materiali poco soggetti a dilatazione, avevano un piccolo spazio vuoto tra un pezzo e l’altro. Questo per permettere che si dilatassero senza problemi quando faceva caldo. Ed è per questo che una volta i treni facevano quel rumore caratteristico…. tutumtutu…. tutumtutu… perché le ruote passavano su quegli spazi vuoti, e……


95-Gravità




Queste forze, in definitiva, si bilanciano l’una con l’altra e servono ad agglomerare ogni cosa, dalle particelle di polvere, alle cellule che compongono il nostro organismo, ai detriti che compongono le montagne. Alla fin fine tengono insieme addirittura tutta la terra e la mantiene compatta. I processi metabolici che avvengono nel nostro corpo, che in ultima analisi consistono in scambi di sostanze chimiche e cioè scambi di elettroni tra un atomo e un altro, avvengono sotto il controllo della forza elettromagnetica. La quarta forza, ultima ma non in ordine di importanza, bensì perché più debole di tutte le altre tre forze, è la Gravità o gravitazione. Questa forza agisce su tutto ciò che ha una massa, cioè dalle particelle più piccole come quelle subatomiche, ai corpi celesti più grandi come pianeti e stelle. A livello subatomico questa forza è così debole che non vale nemmeno la pena di prenderla in considerazione. Nonostante la sua debolezza, a certi livelli, questa forza si fa sentire ugualmente. La prova é che sulla terra tutto cade, attratto dal centro del pianeta. Noi non possiamo restare sospesi, e cadiamo a terra. Probabilmente anche l’elettrone cadrebbe verso il centro dell’atomo se fosse soggetto alla forza di gravitazione, ma, come ho detto, questa forza a questi livelli è debolissima e l’attrazione o la repulsione a cui queste particelle sono soggette, è determinata soprattutto dalle altre forze di cui ho parlato prima. Per quanto riguarda la gravitazione, essa esiste solo come attrazione tra un corpo con massa maggiore ed uno con massa minore. Non esiste una repulsione gravitazionale, come per la forza elettromagnetica. 






E così, ad esempio la Terra attrae la Luna, il Sole attrae la Terra e tutti i pianeti si attraggono tra loro. O meglio la attrazione tra due corpi celesti è la risultante della attrazione che ciascuno esercita sull’altro. Lo stesso fa il sole con i suoi pianeti. Quando si formò il sistema solare, la stella centrale, con la sua massa enorme e il suo altrettanto enorme campo gravitazionale, funzionò come un aspirapolvere che attirò a sé tutti i detriti vaganti. Ma non potè fare altrettanto con i suoi nove pianeti e dei loro satelliti. Essi avevano una massa abbastanza grande da restare a debita distanza dal sole, ma esso, con la sua forza di gravità riuscì a catturarli ugualmente  e ad obbligarli a girargli intorno. Così ancora oggi la coesione del sistema solare, di tutte le stelle e di tutti i sistemi di pianeti della galassia e di tutte le galassie dell’universo, è assicurata solo dalla forza di gravità. La terra come anche gli altri corpi celesti, posseggono anche una certa forza elettromagnetica che però è molto bassa poiché la causa di questa forza sono i campi elettromagnetici dei protoni e degli elettroni che la compongono. Queste forze tendono a neutralizzarsi e così l’elettromagnetismo che ne risulta è debole, sufficiente appena a orientare l’ago di una bussola.


96-Addensamenti


Sempre a proposito di materia e dei suoi costituenti vediamo ora più da vicino questo benedetto atomo, i cui primissimi esemplari si sono formati con la coesione di quegli elementi disciolti nel plasma primordiale, mentre esso andava dilatandosi e raffreddandosi, Già da tempo gli scienziati sono riusciti ad identificare gli elementi formatisi in quel plasma incandescente e hanno anche dato loro un nome, dopo essere riusciti a penetrare dentro la materia per svelarne i segreti. Si tratta innanzitutto di elettroni, una particella di carica negativa che costituirà l’involucro esterno di tutti gli atomi presenti nel futuro universo, e di protoni, una particella di carica positiva e con la stessa massa degli elettroni. C’erano poi i neutrini, particelle fantasma senza massa e senza carica elettrica. Poi c’erano i fotoni, cioè tanta, tantissima luce. I fisici oggi sanno per certo che il numero di  ciascuno di questi elementi era lo stesso, e che essi si creavano dall’energia pura e si distruggevano in continuazione. Fino a che l’abbassamento della temperatura non riservò loro un diverso destino. Infatti, dopo i primi tre minuti, la temperatura era di un “solo” miliardo di gradi. Sufficientemente bassa perché protoni ed elettroni potessero cominciare a combinarsi tra loro, dando origine ai primi atomi. Sappiamo, ormai tutti lo sanno, che l’atomo più semplice in natura è quello di Idrogeno, un protone al centro e un elettrone a girargli intorno.





 Questo perché carica elettrica positiva e carica elettrica negativa si attraggono. Così, mentre gli atomi di Idrogeno continuavano a formarsi, la materia, già un poco meno informe, continuava a dilatarsi con grande rapidità, diventando sempre più fredda e rarefatta. Ma sono già passati, nel frattempo, un centinaio di migliaia di anni. Nell’universo sempre più rarefatto si formano zone di addensamento che corrispondono ai punti in cui avvengono le unioni tra neutroni e protoni con la formazione di atomi di Idrogeno. In queste zone enormi dove si uniscono elementi che posseggono, oltre alla carica elettrica, anche una massa. Grande aumento, quindi, della massa e della forza di gravità, in queste zone increspate dell’universo in dilatazione. Si stanno formando degli addensamenti detti galassie, e, al loro interno con la stessa tecnica si formeranno agglomerati più densi detti stelle. Le stelle quindi non sono altro che degli accumuli di atomi di idrogeno, dove la temperatura si è abbassata ulteriormente rispetto a quella iniziale. Nelle stelle più grandi la temperatura è infatti di sessantamila gradi Per avere un punto di riferimento ricordiamo che sul nostro sole che è una stella più piccola, di seconda generazione, la temperatura è di seimila gradi. Lasciando da parte, per ora, il sole che è ancora di là da venire, la nostra storia continua all’interno di questi agglomerati di atomi di idrogeno che qua e là, all’interno delle galassie si stanno formando, mentre tutto continua a raffreddarsi, per modo di dire, e a dilatarsi.


97-Atomi





E necessario ora, prima di andare avanti nel racconto di questa storia che è appena agli inizi, vedere da vicino l’atomo e la sua struttura. Una specie cioè, di consigli per gli acquisti. L’atomo è’ il mattone base di tutta la materia che già in questa fase troviamo come costituente base di tutto l’universo nascente e delle stelle in formazione. Vedremo che dagli atomi di base, cioè quelli di Idrogeno, si formeranno altri tipi di atomi più complessi i quali saranno i costituenti di tutto l’universo ed anche della nostra terra e di noi esseri umani. Quindi è necessario sapere come è fatto, per sapere, in definitiva, come siamo fatti noi. 




Un filosofo greco, vissuto circa duemila cinquecento anni fa, ebbe l’idea di chiamare atomo la più piccola particella costituente la materia. Egli immaginava che tutte le cose fossero formate da queste palline di diversa grandezza ma tutte con la stessa proprietà. Quella di essere indivisibile, e la parola stava a significare proprio questo: che non si può dividere ulteriormente. E così si credette, appunto, per migliaia di anni. Ma con la nascita delle scienze moderne, la chimica, la fisica, sono state scoperte tante cose a proposito di questi atomi. Soprattutto che sono piccolissimi. Purtroppo noi, gente comune, non siamo abituati a queste scale di grandezze, o meglio, di piccolezze. E’ difficile per noi capire l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, perché rapportiamo tutto alle nostre dimensioni e abbiamo confidenza esclusivamente con dimensioni che vanno dal millimetro al chilometro (quasi!). Per avere una idea, seppure vaga delle dimensioni di un atomo, rispetto a noi, prendiamo un centimetro, lo dividiamo in cento milioni di parti, ne prendiamo una sola di queste parti ed ecco l’atomo. Osservando bene questa pallina scopriamo che per la maggior parte è vuoto. Un vuoto alla cui periferia un certo numero di elettroni  gira vorticosamente su orbite casuali e mai fisse. In mezzo a questo “enorme vuoto” potremo vedere in fondo, verso il centro della pallina, un nucleo. Lo spazio occupato dall’atomo è molte migliaia di volte maggiore di quello occupato dal suo nucleo. Tuttavia nonostante questo vuoto abissale, tra gli elettroni che girano vorticosamente in periferia e il nucleo centrale, esiste una forza di attrazione che tiene unito il tutto in una entità unica. Questo perché gli elettroni, come detto, hanno carica elettrica negativa e il nucleo invece carica elettrica positiva. Per meglio capire a che dimensioni siamo, teniamo presente una cellula del nostro corpo, l’unità biologica di base dell’organismo, è così piccola che, per esempio, in uno spazio grande come il puntino di questa i, ce ne potrebbero essere, stipate insieme, cinquecento. Ebbene una cellula è composta da miliardi di molecole e ciascuna molecola a sua volta è composta da un numero enorme di atomi.

lunedì 26 dicembre 2016


Dove si parla della nascita dell'universo da una realtà quantistica e della sua evoluzioe secondo leggi ben precise e predeterminate

89-Quanti



Ho accennato alla fisica dei quanti, una fisica che ormai ha quasi un secolo ma che è conosciuta poco dalla gente. Evidentemente nella prima metà del secolo scorso, occupati come si era a fare guerre, interessava a pochi una scoperta che non poteva avere delle ricadute sulla vita della gente comune. Poi ci sono stati i secondi cinquanta anni di sviluppo sfrenato e probabilmente oggi, finalmente, c’è gente in grado di apprendere dei concetti niente affatto semplici che ci possono spiegare il significato e l’origine dell’universo. Anche se questa è più una speranza che una affermazione, cerchiamo di dire due parole su questa fisica per capire come potrebbe essere avvenuta la nascita dell’universo. Quando l’universo intero era grande (si fa per dire) come la miliardesima parte di una capocchia di spillo, vigevano le leggi della fisica quantistica. Queste leggi, come detto, sono state scoperte i primi anni del secolo scorso e ci è voluto del tempo perché divenissero di dominio pubblico a causa delle loro stranezze e alla obiettiva difficoltà di spiegarle ma, soprattutto, di apprenderle. Eppure esse sono ancora valide e ben dimostrate nel mondo microscopico, per intenderci, nel mondo degli elettroni. Si può osservare, infatti che il comportamento degli elettroni non è uguale a quello di particelle più grandi. Nel mondo macroscopico le leggi sono quelle di Newton, esiste un rapporto di causa effetto e tutto è determinato, due più due fa sempre quattro e tutto funziona come un orologio. Gli elettroni invece sono un mondo a parte, bizzarro e pieno di contraddizioni e di stranezze. Per dirne qualcuna essi appaiono e scompaiono all’improvviso così senza un apparente motivo, di essi non è possibile misurare contemporaneamente velocità e posizione, due particelle che sono state a contatto tra loro, continueranno ad avere rapporti anche se si dovessero trovare ad enorme distanza, chi volesse studiare da vicino questi elettroni finirebbe fatalmente con l’influenzare il loro moto. 




Un mondo insomma dove nulla è determinato e tutto è indeterminato. Ovviamente non consiglio, ai non addetti ai lavori, di approfondire questi argomenti. Ma il discorso mi serviva per dire che, queste erano le condizioni vigenti nell’universo di 15-20 miliardi di anni fa a quelle dimensioni microscopiche. Un micro universo che potrebbe essere considerato l’interfaccia tra il mondo preesistente, senza spazio, senza tempo e senza nulla che appartenesse alla nostra realtà e l’universo che da allora in poi si sarebbe formato e dilatato fino a raggiungere le attuali dimensioni. Potremmo dire che la nascita dell’universo sia avvenuta così: Mondo preesistente – mondo quantistico – universo in dilatazione. Di questi tre stadi, a noi comuni mortali, resta da scoprire solo (e scusate se è poco) il primo, quello cioè da cui è scaturito tutto. Un mondo fatto di energia assoluta ed infinita, il mondo di Dio, per i credenti, dove l’energia creatrice, fuori dal tempo e dallo spazio, lascia fluire la materia allo stato primordiale che per successive aggregazioni darà luogo alla materia del nostro universo. Questa materia primordiale sarebbe il plasma indistinto fatto di quark che andranno a comporre gli elettroni.


90-Temperatura


Naturalmente quello che è successo in quella frazione infinitesimale di attimo, può essere oggetto di mille ragionamenti ma sarà ancora difficile capirne la verità e forse un domani un essere più evoluto di noi ne potrà venire a capo. Oggi cerchiamo di ragionare su quello che grazie alla scienza siamo riusciti a capire, e allora diciamo subito che la scena iniziale è dominata da un calore inimmaginabile e da una luce intensissima. Una energia assoluta e incommensurabile, copia perfetta dell’energia che da sempre pervade tutto ciò che si trova al di fuori del nostro mondo. Il tutto è racchiuso in una singolarità microscopica di una piccolezza inimmaginabile. La prima cosa che accade in questo plasma incandescente, dove una materia informe si rimescola in un crogiolo infernale, è il calo della temperatura, venendo a mancare la fiamma che lo alimentava. Per avere una idea di quel calore e di quella luminosità basta pensare che la temperatura iniziale, a livelli addirittura inimmaginabili, dopo circa un centesimo di secondo era di cento miliardi di gradi centigradi. A questa temperatura così elevata gli elementi primordiali di quella materia informe, mai e poi mai avrebbero potuto mantenere la loro coesione, in preda come erano a movimenti velocissimi. Associata a questo calo di temperatura, grazie alla potenza della esplosione la massa incandescente, prese a dilatarsi. Una tale potenza che ancora oggi l’universo si sta dilatando e lo farà fino all’esaurimento della spinta iniziale. Per avere una idea di quanto essa si sia dilatata, basta sapere che dalle dimensioni di molti miliardi di volte più piccolo di una capocchia di spillo, oggi il diametro dell’universo osservabile invece misura anzi misurerebbe, il condizionale è d’obbligo, intorno ai trenta miliardi di anni luce, misurato con gli strumenti che oggi abbiamo a disposizione. 


Per avere una idea, il diametro della nostra galassia pare misuri cento mila anni luce. Insomma in quel minuscolo punto i dati sono fortemente compressi. Al suo interno ci sono tutti i dati del futuro universo che si riveleranno man mano che esso si dilaterà, non solo, ma con la dilatazione succederanno anche altre cose interessanti. Se a temperatura elevata tutto è in subbuglio e in movimento, infatti, con il calo di essa, tutto tende a rallentare il proprio movimento, per cui aumentano le possibilità che gli elementi contenuti in quel brodo di cottura possano mettersi insieme secondo delle regole e delle leggi insite i loro stessi. Vediamo allora quali sono gli elementi contenuti in quel brodo primordiale. Sono gli elementi costituenti la futura materia. Il materiale di cui sarà composto il futuro universo. E’ tutto lì dentro. Elementi che già dentro di sé contengono le caratteristiche della futura materia. I fisici hanno descritto questi elementi primordiali con dovizia di particolari ed hanno descritto anche il modo in cui dopo un giusto calo della temperatura essi cominceranno a interagire tra loro. Ma fino a quando l’universo non assume, in un tempo interminabile, le dimensioni di una mela, esso è compatto e non presenta ancora particelle di materia, ma solo particelle primordiali.


91-Tre forme



Nei secondi successivi, dilatandosi ulteriormente, la materia primordiale comincia a presentare le prime irregolarità, dovute ad una diversa densità che si manifesta in alcuni punti dell’Universo nascente grazie al fatto che queste particelle primordiali cominciano a mettersi insieme secondo regole ben precise. Queste irregolarità della materia saranno i futuri addensamenti che daranno origine alle stelle. Siamo a meno di tre minuti dalla esplosione iniziale, la nostra sfera di materia, che ormai contiene le prime particelle elementari e dove ormai si formano i nuclei dei primi atomi, continuerà a dilatarsi e a raffreddarsi. Con queste particelle elementari, o mattoni primordiali, si potrà costruire quella materia, e solamente quella materia, che oggi noi conosciamo e di cui noi stessi siamo fatti. Già, in quei mattoni in preda a rapidi movimenti nel plasma incandescente primordiale, ci sono tutte le caratteristiche, le costanti, le leggi che regoleranno il futuro universo. Una cosa oggi è certa. Dagli elementi disciolti in quel plasma ribollente si sarebbe potuto originare solo l’universo di cui facciamo parte. Sarebbe bastato un valore leggermente diverso di una delle costanti che regolano il nostro universo perché esso diventasse diverso dal nostro. Cerchiamo di vedere, allora, quali sono alcune delle famose costanti o leggi che regolano l’Universo. Innanzi tutto vediamo quali sono le proprietà della materia di cui esso è formato. 


Pensiamo subito alle tre forme sotto cui essa si presenta, liquido, solido e gas. Ma anche la luce il suono e il calore, tra loro strettamente collegati, fanno parte della materia. Ciascuna di queste entità ha delle caratteristiche proprie, che sono le stesse in qualunque parte dell’universo. Se ci fosse la benché minima variazione l’universo stesso sarebbe diverso dal nostro. Luce, calore e suono provengono dalle esplosioni che avvengono nelle stelle e si propagano nel buio del freddo universo, riuscendo appena a rischiarare e a riscaldare uno spazio grande  intorno a loro, ma nello stesso tempo piccolo se rapportato alle dimensioni dell’universo. E per questo che l’universo è buio e freddo, le  stelle non ce la fanno a riscaldarlo e illuminarlo tutto. Allora, la luce è velocissima, è la cosa più veloce che ci sia, ciò nonostante quando le distanze, come nell’universo, sono enormi, anche la luce fa fatica ad arrivare da un punto all’altro abbastanza lontani tra loro. Nel caso del Sole, ad esempio la luce impiega sei minuti a giungere fino a noi, ma si tratta di una stella molto vicina e piccola. Qualsiasi altra stella invece è talmente lontana che la sua luce giunge a noi, sotto forma di un puntino luminoso tremolante, dopo un viaggio di molti anni-luce. e del calore di quella stella, che pure deve essere enorme, nemmeno l’ombra. Pensate che se adesso vediamo in cielo una stella brillare, può darsi benissimo che in questo istante quella stella non esista più, perché si è spenta definitivamente,  e noi stiamo ancora vedendo la luce che ha inviato mentre era ancora in vita.


92-Arcobaleno





Se una stella distante dieci anni luce morisse oggi, noi, anzi chi per noi, cesserebbe di vederla dieci anni luce dopo la sua scomparsa. Quindi se il sole morisse adesso, e facciamo i debiti scongiuri, noi lo vedremmo morire dopo sei minuti. Ma, a proposito di anno luce ricordiamo che esso è la distanza percorsa dalla luce in un anno correndo alla velocità di circa trecentomila chilometri al secondo. Questo è un esempio di comportamento da parte di una entità che fa parte dell’universo e può essere definita legge, è un dato di fatto non confutabile, fa parte insomma di quelle costanti che non sono suscettibili di variazioni. Se cambiassero, anche di poco,  crollerebbe tutto il castello. Sempre a proposito di luce, una sua proprietà è quella di dividersi in tanti colori, (il famoso spettro) che poi è il curioso fenomeno che accade quando si forma l’arcobaleno. Se ne è accorto per la prima volta Newton che, mentre osservava le stelle con il cannocchiale, aveva notato che guardando le stelle più luminose, vedeva tutto intorno un alone fatto di tanti colori e non riusciva spiegarsi il perché. Aveva esaminato le lenti del cannocchiale e aveva dedotto che quell’effetto poteva essere provocato dalla particolare conformazione del bordo della lente che, in quel punto, aveva sezione triangolare. La figura geometrica solida che ha sezione triangolare  si chiama prisma. Per avere un prisma basta disegnare un triangolo, poi con tre linee congiungere un punto ai tre vertici del triangolo. Otterremo una figura a forma di capanna. Allora torniamo a Newton. Egli prese un prisma e fece in modo che fosse investito da un raggio di sole entrato nella sua stanza attraverso un fessura della persiana.




 Una volta oltrepassato il prisma, quel raggio si era trasformato perché andava a finire contro la parete e non era più lui. Si era infatti diviso in tanti raggi di diverso colore. Andavano dal rosso al violetto e si disponevano sempre allo stesso modo, poi la divisione tra i colori non era netta, ma sfumata. Il prisma insomma aveva la capacità di rivelare quella che era una proprietà della luce. Perché tra le cose stabilite prima che il mondo nascesse, c’era anche il fatto che la luce fosse così e non altrimenti. Per questo allora quando esce il sole dopo un poco di pioggia e ci troviamo in una determinata posizione, in modo da vedere la luce del sole attraverso le goccioline di pioggia ancora sospese per aria, vediamo questa fascia con tutti i suoi colori che dovrebbe essere diritta ma che, per effetto della curvatura terrestre, la vediamo a forma di arco. Per poter essere visto, però, tra noi, le goccioline e il sole ci deve essere un angolo particolare. Se cambia quello, l’ arcobaleno non si vede più. Comunque questa fascia di colori è tutto quello che noi riusciamo a vedere della luce con i nostri occhi, ma in effetti ci sono dei raggi che noi non vediamo.



martedì 22 novembre 2016


Dove si parla della nascita della scrittura e della scienza

85-Incapacità



Questi stati, che le comunità civili, dai Sumeri in poi, hanno saputo creare nel corso dei millenni, a differenza dei gruppi paleolitici e delle comunità di villaggio neolitiche, non sono mai rimasti isolati l’uno dall’altro, anzi si sono spesso scontrati, e queste collisioni hanno portato alle guerre, uno dei mali della civiltà. Oggi si contano circa 170 stati, e se i rapporti tra loro (o per lo meno tra alcuni di loro) non sono confortanti, altrettanto si può dire sia successo in tutte le epoche passate. In ogni tempo e in ogni luogo gli stati hanno sempre finito col farsi la guerra, la quale si è sempre conclusa con l’imposizione di una pace forzata in virtù della quale era sempre il popolo sconfitto a soccombere e a sottostare ai dettami del popolo vincitore. Molti ritengono che l’attuale insieme globale di stati sovrani oggi non sia in grado di salvare l’ambiente dall’inquinamento provocato dalle scorie liberate dalle società tecnologiche create dall’uomo, nè di conservare la pace, nè di conservare le risorse naturali non ricostituibili. Anche questa palese incapacità dell’uomo a risolvere  i problemi da lui stesso creati, esercita una continua azione frenante sul normale sviluppo della società tecnologica e ancora a tutt’oggi lo sviluppo tecnologico deve fare i conti con la questione morale. Così come è successo con la recente invenzione delle armi nucleari, che hanno conferito agli uomini poteri enormi, oggi c’è la paura che future conquiste possano riproporre di nuovo il problema di un utilizzo giusto e non malvagio delle conquiste stesse.




Sono passate alcune migliaia di anni da quando, con l’invenzione della scrittura l’uomo muoveva i primi passi verso un impensabile futuro tecnologico; gli uomini che popolavano le pianure e gli altipiani di Mesopotamia e Anatolia, non erano diversi dai futuri discendenti che oggi stanno per vivere l’avventura del terzo millennio; il cervello è rimasto sostanzialmente lo stesso, con le sue aree motorie e sensitive, i suoi collegamenti e circuiti interconnessi, la sua corteccia e i suoi miliardi di neuroni. Quella che è cambiata è la capacità di capire i problemi e di cercare la loro soluzione; in questo aiutati da un progressivo miglioramento degli strumenti a disposizione cui l’evoluzione culturale e tecnologica ha portato nel corso dei millenni. Soprattutto è cambiato, nel corso degli ultimi secoli, l’atteggiamento culturale con cui porsi di fronte alle problematiche che da sempre avevano assillato l’uomo. Si andava facendo strada, infatti, la necessità di spiegare il mondo attraverso soluzioni che nulla avevano di mistico e di soprannaturale, ma attraverso dimostrazioni più concrete e legate al mondo  terreno e concreto in cui vive. L’intuizione fondamentale di questo nuovo modo di pensare, nasceva dalla considerazione che, fino a che l’uomo vive su questa terra deve, comunque, cercare di spiegarla nella maniera più pratica e accessibile; i fenomeni della natura e tutto ciò che ci circonda, devono pur avere qualche significato nascosto da ricercare nella natura stessa delle cose, e non altrove.


86-Potente




Con il nascere della scienza e con la sua rapida evoluzione, l’uomo ha finalmente trovato delle risposte definitive a molti quesiti e, senz’altro la verità è così vicina (pur nella sua infinita lontananza) come non lo è mai stata. Tuttavia la scienza, con il potere di cui ha dotato l’umanità, sembra aver acuito ulteriormente quel divario già esistente tra uomo buono e uomo malvagio. Infatti questo nuovo modo di porsi di fronte ai problemi, se da un lato ha fatto diventare l’uomo il signore della terra, fornendogli un potere inaudito e pressocchè illimitato, dall’altro ha messo di nuovo a nudo la sua debolezza, dovuta non solo al fatto di trovarsi di fronte ad una sorta di gioco inesauribile di scatole cinesi nelle quali sono inseriti i problemi da risolvere, ma anche agli effetti collaterali insiti nelle tecniche adottate per la risoluzione tecnologica dei problemi, e, soprattutto ad una innata capacità dell’uomo di saper fare tutto e il contrario di tutto. E’ diverso tempo, ormai, ma forse oggi più che mai, che l’uomo si trova costantemente di fronte a un bivio, e deve, continuamente, fare delle scelte, per riaffermare, giorno dopo giorno, la sua supremazia sul mondo. Grazie al suo alto livello di sviluppo cerebrale, egli oggi è in grado di distinguere, e fare di conseguenza le sue scelte, tra ciò che è bene e ciò che è male. Il potere conferitogli dalla scienza lo rende capace, oggi, di decidere se usare questo potere a fini utili per ulteriori progressi, o per scopi distruttivi.





E’ un po’ come la storia del Dottor Jeckill e Mister Hyde che narra della continua lotta tra le due personalità di uno stesso uomo. Il primo di animo mite e incline a fare solo del bene mettendo le sue scoperte di scienziato al servizio del progresso della scienza; il secondo di aspetto terrificante, pronto a usare il potere di cui dispone per fare del male. E’ l’eterna lotta tra bene e male cui solo l’uomo è in grado di sottostare. Le infinite capacità dell’uomo, dopo avergli conferito enormi poteri, rischiano di ritorcersi su se stesso; dopo aver trasformato l’ambiente a suo piacimento, l’uomo rischia di distruggerlo. Potrebbe evitare di farlo solo se usasse quelle capacità di cui l’evoluzione l’ha dotato. Egli è potente e sa di esserlo; sa di poter distruggere il mondo, ma sa anche che, se lo fa, si auto distrugge. Oltre ad essere malvagio, pertanto, può essere anche virtuoso, in quanto la sua coscienza gli permette di darsi un’etica che stabilisca i confini tra quello che va fatto e quello che non va fatto. Insieme, coscienza ed etica costituiscono il modo “spirituale” di esistere, che non si era mai visto prima in nessun  altro animale. Si tratta, in poche parole di quel risveglio alla coscienza che ha permesso all’uomo di salire molti gradini più in su rispetto ai suoi immediati predecessori.



87-Scienza





Ci fu  uno studioso di nome Galileo Galilei il quale si accorse che il mondo doveva aver qualche motivo per essere così come era, e permettere ai suoi ospiti di viverci. Doveva pur esserci una logica all’interno di quel mondo, e più in la, in quell’universo, fino al punto in cui arrivava a vedere con i suoi strumenti e ancora oltre. La Terra, i Pianeti, gli Astri dovevano pur avere delle regole o leggi  che determinavano i loro movimenti. Egli si accorse, pur essendo fortemente osteggiato nei suoi studi dalle istituzioni ormai consolidate e timorose che un ribaltamento in senso materialistico di una visione del mondo, potesse turbare equilibri ormai solidamente costruiti, si accorse che, effettivamente queste leggi o regole esistevano e che con esse era possibile stabilire dei punti fermi per la  comprensione  dei meccanismi interni al mondo. Bastava capire la logica insita negli avvenimenti, scoprire la regolarità nel ripetersi di certe situazioni per formulare teoremi e postulati capaci di fornire la chiave per l’interpretazione  dei fenomeni.






 Nasceva così la scienza, sistema finalmente nuovo e totalmente non speculativo di approccio alla realtà, basato sulla osservazione e sulla sperimentazione dei fenomeni che divenivano perfettamente dimostrabili e riproducibili in maniera chiara e comprensibile. Da allora la scienza ha fatto passi da gigante, sempre nuove tecnologie sono sorte ed hanno conferito sempre maggiore potere all’uomo che, finalmente, riusciva a penetrare il significato e il meccanismo intimo del mondo da cui era nato e in cui viveva. La sensazione comunque, in questo periodo di frenetico sviluppo scientifico, è stata che, ogni volta che si trovavano soluzioni a problemi fino ad allora ritenuti insolubili, sorgevano nuove problematiche che, pur elevando il livello della ricerca, davano l’idea di un pozzo senza fondo. Del resto, ancora oggi, il fondo del pozzo è ancora di la da venire, né sembra sia una meta raggiungibile nel breve volgere di anni. Oggi gli scienziati, che per molto tempo hanno lottato contro coloro che facevano della concezione religiosa e della fede le uniche chiavi utili per capire il mondo, sono giunti ad invadere il campo stesso in cui fino a poco tempo fa pascolavano esclusivamente teologi e filosofi. Gli scienziati oggi si trovano fianco a fianco con teologi e filosofi a discutere sul problema cruciale, che è quello della origine dell’Universo, al quale sarà forse difficile dare una soluzione, almeno a breve scadenza. Fin da quando l’uomo ha acquisito una coscienza, come abbiamo visto, ha cominciato il lungo cammino verso la verità, cercando di trovare una risposta ai vari quesiti che si poneva. Le risposte venivano trovate in base al livello di intelligenza e di consapevolezza raggiunti in quel periodo, e con il passare del tempo sono, comunque, diventate più complesse e articolate.



88-Materia




Vediamo allora come l’uomo sia riuscito a spiegare gli eventi che hanno portato alla sua nascita, alla luce della scienza che oggi si sostituisce alla religione, nel tentativo di dare un senso alla propria esistenza. Grazie alla nascita e alla evoluzione del pensiero scientifico sono state elaborate delle teorie che cercano di spiegare come sia accaduto che 20 miliardi di anni fa un evento particolare detto Big bang sia stato l’atto di nascita della materia. Non sappiamo chi o cosa ci sia dietro questo evento, e vedremo, più in là come l’uomo oggi stia studiando anche questo aspetto del problema, ma è probabile che il tutto sia scaturito dal nulla grazie ad un accumulo di energia presente al di là dell’invisibile muro che separa il nostro mondo reale da quello precedente. Tutto ha inizio, quindi, nel momento in cui la enorme quantità di energia preesistente, con una enorme esplosione, da luogo alla formazione di una piccolissima quantità di massa, in perfetta sintonia con la formula che, circa 20 miliardi di anni dopo, sarà enunciata da Einstein. Il big bang o grande botto è, comunque la si pensi, un atto creativo. All’interno di questa piccolissima massa vigono le leggi della fisica quantistica, scoperta nei primi anni del secolo scorso.







Una fisica che ha dimostrato come a livello microscopico le leggi siano ben diverse da quelle che vigono nel mondo che ci circonda. In quelle condizioni, gli elettroni e quindi parti infinitesimali di materia sgorgano dal nulla e si formano aggregandosi tra loro per formare la futura materia. Possiamo assimilare questa piccolissima quantità di massa ad un semino dentro il quale sono contenute tutte le informazioni per costruire la materia, con le sue leggi e le sue regole e dare origine così alla realtà che conosciamo. In questo seme c’era infatti  l’idea di ciò che sarebbe stato, come in un seme c’e’ l’idea della futura pianta. A noi esseri umani che oggi stiamo ripensando tutta la storia fin dagli inizi, riesce difficile anzi impossibile capire cosa ci sia al di fuori del nostro mondo. a noi riesce difficile anche pensare ad un mondo diverso dal nostro. Ma i fisici sanno bene che la fisica quantistica dimostra proprio l’esistenza di un mondo diverso dal nostro un mondo che trova la sua ragione d’essere nelle realtà infinitesimali. Un mondo che nasce dal nulla, ma non per caso, e che trova nel seme gettato in quel mare di nulla la capacità di esplodere per liberare le istruzioni, in esso contenute, necessarie per la creazione dell’universo. Quelle infinitesime frazioni di materia liberate dall’immane esplosione iniziale, insomma, avevano in sé la capacità di organizzarsi in modo tale da formare tutto l’universo, sarebbero occorsi solo tanto tempo e tanto spazio. E da allora di tempo ne è passato, quindici o venti miliardi di anni, miliardo più miliardo meno. E di spazio da allora se ne è formato, visto che l’universo non ha cessato più di espandersi, ancora lo sta facendo, sotto la potente spinta iniziale, ed ancora per miliardi di anni lo farà.


mercoledì 26 ottobre 2016

Dove si parla dei progressi fatti dall'uomo in campo filosofico, religioso e politico. Ma anche della sua malvagità.

81-Adulto



Con l’avvento della scrittura, pensieri, idee, opere, potevano essere trasmesse alle generazioni future, gettando le fondamenta per la futura evoluzione culturale. Con il tempo si accumularono documenti, testimonianze delle varie epoche, culture e civiltà che, compatibilmente con le periodiche distruzioni, lasciarono una impronta indelebile che le più recenti civiltà hanno imparato ad apprezzare e a conservare. Sul piano spirituale l’uomo delle prime aggregazioni sociali, imparò ad osservare il mondo che lo circondava e i fenomeni il cui significato non era facilmente comprensibile. Cercò, pertanto, di farlo a modo suo, dapprima ricorrendo al mito, che ebbe diverse connotazioni a seconda delle latitudini e dei popoli, poi creando le religioni, basate su rivelazioni divine, perché pervenute ad uomini eletti, direttamente dal mondo sede dell’anima e della spiritualità. Queste rivelazioni, trasferite ai popoli, tramite questi uomini eletti, altro non erano che un insieme di leggi e dogmi da rispettare e da osservare, in grado di conferire una sorta di premio finale di cui fruire nella vita ultraterrena. Un’altra forma di adesione ai problemi dell’esistenza fu la filosofia che, a partire da società di livello avanzato, come quella Greca, si diede da fare, tramite i suoi rappresentanti, per  fornire spiegazioni relative a problemi esistenziali, utilizzando schemi ora di tipo religioso, ora di tipo laico. Trasformazioni ed evoluzioni successive portarono la filosofia e i suoi filosofi a discutere e dissertare dei problemi più reconditi dell’animo umano, del significato dell’esistenza, dei meccanismi insiti al mondo di cui l’uomo è circondato.



 Ogni volta che un filosofo sembrava avesse dato esaurienti spiegazioni su varie problematiche, un rappresentante di una diversa scuola di pensiero confutava le tesi precedenti, sostituendole con altre più adeguate e più al passo con i tempi. Diciamo che, con la nascita della filosofia, l’uomo ha voluto dare sfogo al suo innato desiderio di sapere, di capire il mondo; un’ansia che si è portato dentro fin dal momento in cui è diventato cosciente. Prima della civiltà greca, e a partire dalle prime civiltà, solo con i miti si era riusciti a spiegare tutto ciò che non poteva essere spiegato altrimenti. Con la civiltà greca, l’uomo diventato ormai adulto, non si sentiva più appagato dai racconti di favole mitologiche le quali altro non erano se non la trasposizione del mondo terreno e umano nel mondo spirituale. Nacquero i primi pensatori che si occupavano di questioni filosofiche e che cercarono di rispondere alle domande esistenziali basandosi esclusivamente sulla osservazione dei fenomeni naturali. L’origine e il divenire di tutte le cose era il principale oggetto di studio da parte dei filosofi e ciascuno dette la propria interpretazione, anche in base al livello di conoscenza e di cultura raggiunto. Ci furono filosofi greci che compresero la difficoltà  e l’impossibilità di trovare una spiegazione soddisfacente ai quesiti riguardanti gli enigmi della natura e dell’universo, e allora diressero la loro attenzione all’uomo e al suo posto nella società.

82-Il centro



Altri filosofi si lanciarono alla ricerca di regole che stabilissero ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, e, mentre c’era chi riteneva che ciò variasse a seconda delle epoche e dei luoghi presi in esame, altri pensavano che esistessero, a questo proposito, regole eterne e atemporali. Molti misero in rilievo la caducità e la  inutilità della realtà in continuo movimento e trasformazione, che i nostri sensi possono apprezzare solo in maniera incerta e insicura, in contrapposizione con una realtà esistente oltre il mondo sensibile che noi conosciamo attraverso la ragione, e che è la sede dei modelli eterni e immutabili. Si fece quindi strada l’idea di un’anima che vive in un mondo che sta al di là di quello reale, prima di trasferirsi in un corpo. Successivamente il mondo delle idee innate verrà contestato  per essere sostituito da idee e pensieri scaturite dalla conoscenza in seguito alle esperienze fatte con i sensi nel mondo reale. Si cominciò, quindi a fare distinzione tra vita terrena e vita contemplativa, e ad esprimere regole di comportamento a livello di etica e di politica. Nella sua evoluzione il pensiero filosofico porterà verso la ricerca della vera felicità, ora liberandosi dai beni materiali e dalle passioni, ora inseguendo il piacere terreno. Varie regioni o aree culturali si formarono, il pensiero filosofico si differenziò, si fuse con le tematiche religiose. L’ansia di fede e quella di sapere a volte vennero considerate come due aspetti di uno stesso problema. La ragione, si disse, ci fa conoscere solo una parte della verità; la fede ce la fa conoscere in modo totale. 




Dopo secoli in cui ogni aspetto della vita venne interpretato alla luce di Dio, l’uomo tornò ad essere il centro di ogni cosa. Verità rivelate che la religione aveva contribuito a conservare, saranno messe in dubbio e verranno gettate le basi per la futura nascita del pensiero scientifico, figlio di quella osservazione caldeggiata già dai primi filosofi e delle esperienze che gli uomini di cultura andavano facendo nel tentativo di trovare il perchè di ogni cosa. Parallelamente, notevole fu la fioritura di arti figurative, come pittura, scultura e architettura, i cui esponenti erano più che altro al servizio dei potenti delle varie epoche. Gli stili si susseguirono e, sempre, erano l’espressione del pensiero dominante dell’epoca. Idealismo e materialismo furono i fili conduttori del pensiero filosofico, il primo alla perenne ricerca  di un rapporto tra anima e corpo, il secondo con lo sguardo rivolto ai problemi terreni. Le scienze naturali portarono alla scoperta delle leggi universali che governavano il mondo e i primi scienziati elaborarono un metodo valido per la risoluzione dei vari problemi; altrettanto cercarono di fare i filosofi. D’ora in poi scienza e religione si intrecceranno e influenzeranno spesso a vicenda, ma la strada tracciata era quella di una sempre maggiore attenzione verso i problemi pratici, verso le società ancora ancorate a vecchi schemi in cui il potere aveva relegato le masse nell’ignoranza e nella povertà.


83-Libero




Ci furono vere e proprie rivoluzioni per risolvere tali problemi, in nome di un pensiero filosofico secondo cui ogni individuo doveva trovare dentro di sé le risposte a tutte le domande. Si svilupparono la ragione e il sapere, contro la irrazionalità e l’ignoranza dilagante fino ad allora. Ci fu, però, chi fece notare che la medaglia aveva un suo rovescio: l’uomo era più felice quando era ignorante. Molti furono coloro che rifiutarono l’idea di un Dio, ma il pensiero dominante era comunque che la razionalità dell’universo non poteva prescindere dalla presenza di un Dio che l’avesse ordinato razionalmente. Ormai il pensiero umano trovava espressioni e forme in vari campi del sapere e si estrinsecava in maniera omogenea nella filosofa come nell’arte, nella letteratura come nella scienza e nella musica. Quando la razionalità ebbe acquisito un peso troppo grande, molti passarono a sostenere l’importanza dei sentimenti e della fantasia. Si fece strada un culto sfrenato dell’io ed una personale interpretazione dell’esistenza. Fu il grande momento dei geni artistici, capaci di grandi innovazioni e di esprimere liberamente le proprie emozioni e i propri desideri. Rinacque il desiderio e la nostalgia per le culture classiche e lontane, e grande fu il fascino esercitato dai lati oscuri dell’esistenza; si predicò il ritorno alla natura e si arrivò persino a sostenere che l’esistenza stessa fosse frutto della fantasia. 


" Da dove veniamo? chi siamo? dove andiamo"    di Paul Gaugin


La storia della filosofia, è stata la storia dell’ansia di sapere, del bisogno di cultura e, come tale, ha abbracciato tutti i campi dello scibile umano: l’elaborazione di ogni pensiero è sempre partito dai pensieri preesistenti. Tuttavia, non appena formulato, ciascun pensiero veniva contraddetto da un altro, e, dalla tensione tra i due modi contrastanti di pensare, scaturiva l’enunciazione di un terzo pensiero, che si arricchiva delle migliori intuizioni di entrambi i punti di vista. La trasformazione della società determinò una ulteriore evoluzione del pensiero filosofico e del pensiero umano in genere. I progressi della scienza; la progressiva e prepotente avanzata delle donne in campo sociale; il crollo della spiritualità in favore del materialismo; l’abolizione delle antiche classi sociali; l’invenzione del capitalismo e del proletariato, con le nuove tensioni sociali;  il sorgere di nuove idee di tipo politico e pratico perché finalizzate al sistema di governare gli stati; le idee che tenevano conto dello stato di inferiorità delle classi sociali più deboli, e ne proponevano il riscatto tramite una regolamentazione del lavoro in termini di ore e di salario; nuove problematiche che si affacciano in una società sempre più tecnologica in cui le nuove teorie scientifiche, i progressi della medicina e le lotte sociali rendono progressivamente l’uomo sempre più libero; le tensioni internazionali; le guerre in nome di ideali di supremazia e di sopraffazione; la nascita, grazie ad un cattivo uso di nuove scoperte scientifiche, di nuovi strumenti di morte e di guerra; i lodevoli ma difficoltosi tentativi di dare al mondo, un assetto definitivo, sotto il controllo di organizzazioni internazionali.
84-Stati




Nasceva quindi la consapevolezza che non tutto il mondo aveva potuto raggiungere lo stesso standard culturale e sociale, persistendo popolazioni con un bassissimo livello di tecnologia; i tentativi di eliminare le numerose sacche di povertà e di fame, senza tuttavia far morire culture antiche tramandate oralmente in popolazioni relegate in sperduti angoli del pianeta, in nome di una presunta modernità. Arriviamo così ai giorni nostri, in un mondo sempre più piccolo, non solo materialmente, ma anche dal punto di vista delle idee. Il pensiero filosofico, quello scientifico, politico, sociale, religioso, gli ideali di libertà, di progresso e di una società più giusta e moderna, andarono sempre più fondendosi in modo che sarà sempre più difficile, fino a diventare impossibile, occuparsi del sapere filosofico senza presupporre implicazioni di tipo sociale, politico, scientifico e religioso. Nelle antiche civiltà, quindi, alcuni uomini, affrancati dalla necessità di eseguire lavori pesanti e  gravosi, per poter vivere, divennero dei pensatori ed in tutte le epoche, i loro seguaci furono capaci di pensieri nobili, riuscendo a dedicarsi alla ricerca di risposte a quesiti che elevavano l’animo dell’uomo al di sopra di tutte le altre forme viventi. Tuttavia, in qualche recondito angolo del suo animo, deve essere stato sempre nascosta la sua innata avidità e malvagità, che ha il potere di affiorare ogni volta che se ne presenta l’occasione. E’ il caso, dell’ingiustizia sociale e della guerra inevitabili conseguenze della avidità di un uomo alle prese con il suo primo vero salto tecnologico avvenuto nel quarto millennio a. C. Con il passare dei secoli e dei millenni e l’ulteriore sviluppo delle civiltà, la ricchezza e il potere dell’uomo si è accresciuto ulteriormente, per cui sempre più grande si è fatto il divario tra potere fisico dell’uomo a fare il male, e la sua capacità spirituale di far fronte a questo potere.

Doctor Jekill e mister Hyde

 E infatti questo divario ha costretto l’umanità, negli ultimi 5000 anni ad auto infliggersi dolorose catastrofi. Fino dall’alba delle prime civiltà i fondatori si accorsero che, per le esigenze dalla tecnologia, era necessario un aumento della forza numerica delle comunità. Ciò portò a superare i limiti di una socialità fino ad allora fondata sulle relazioni interpersonali. Per questo motivo inventarono un nuovo dispositivo sociale: gli stati, istituzioni impersonali, che potevano dar vita a comunità più vaste dove gli esseri umani collaboravano, anche se non avevano alcun rapporto tra loro. Queste relazioni sociali istituzionalizzate, però, si rivelarono, e lo sono tuttora, formali e fragili e l’uomo non si sentì a suo agio. Da non sottovalutare inoltre che è sempre stato notevole il rischio che le istituzioni perdessero il controllo e si deteriorassero, determinando nelle autorità preposte alla loro conservazione, la tentazione di fare ricorso alla coercizione, per sostituire con la violenza, la collaborazione spontanea degli individui con quella imposta dall’alto.